3, 4 e 5 gennaio  date da ricordare: mattina ore 6 faccio colazione prima di andare al lavoro e la glicemia mi da 120 quindi mi nutro con 175 grammi di panettone e latte, sei ore dopo prima di pranzo la stessa è 128 e faccio un pranzo con 120 grammi di carboidrati ovvero due panini e succo di frutta e alle 17 del pomeriggio il valore glicemico era 107. Mi mangio due muffin ai frutti di bosco, arrivo a prima di cena con 145 e il pasto ha complessivi 70 grammi carboidrati, quindi al momento di andare a nanna alle ore 23.30 l’ultimo controllo è uguale a 150! Il giorno successivo stessa andatura ma media di 97 mg/dl! E sabato 5 un’altra media da primato: 104! Sempre con un’alimentazione ricca (muffin, pizza ecc.).  Insomma un inizio d’anno col botto direi e con dolcezza, a cui va anche aggiunto che nell’arco della stessa giornata ho fatto attività molto tranquille ed oltre ad avere un quadro psicofisico regolare indubbiamente l’aver calcolato bene il dosaggio d’insulina da infondere in rapporto ai carboidrati è stata la chiave di volta per il successo ottenuto.

E così si riparte dopo l’Epifania che tutte le feste porta via con rinnovato slancio e motivazione a fare bene consapevole e certo di un fatto: il 2013 sarà un nuovo inizio per i diabetici di tipo 1, e nello specifico i giovani, è una mia percezione. Ma in attesa degli eventi memorabili mi appropinquo ad organizzare quelli ordinari. Per cominciare debbo prenotare gli esami di laboratorio di routine da portare tra un mese esatto alla visita di controllo del diabete e artrite reumatoide, e tra questi naturalmente la glicata fa da regina dei test.

La settimana precedente oltre all’exploit citato all’inizio ha visto una media di valori buona e pari a 130 mg/dl, praticamente meglio di un anno fa, cosa posso aggiungere? Un semplice dato: nessun episodio d’ipoglicemia o iperglicemia da segnalare (e non è poco) e ancora tutto una volta monitorato con la presenza del sensore glicemico addosso.

E nella settimana corrente invece torno alla tradizione ovvero senza Holter, quindi impiego una maggiore concentrazione nel controllo. Certo al di là della portata dei risultati del diabete e compenso glicemico raggiunto, una considerazione di fondo resta: sono due belle palle dover stare sempre lì sul filo di lana a scattare l’istantanea dell’attimo glicemico fuggente, e capisco l’insofferenza manifesta di quanto si sentono avviliti per non riuscire ad ottenere un risultato decente. Ma ritengo che sta proprio lì la chiave di volta per dare una cambiamento positivo al percorso. Prendiamo assieme un impegno per affrontare la vita con il diabete senza farci mortificare dallo stress, sia che andiamo bene sia che andiamo male, e pertanto come il venerdì per noi diabetici è stato designato come il giorno “blu” (simbolo della giornata mondiale del diabete) per ricordarci d’esserlo non solo una volta all’anno ma anche periodicamente); propongo il giorno del “chi se ne frega” ovvero il di della messa in pausa e riposo biologico – mentale e fisico – da trivellamenti epidermici e altre sevizie corporali in modo da ridare slancio al nostro agone e fervore agonistico – terapeutico.

Non siamo mica robot, siamo umani. Sapete la riflessione fatta oggi è frutto di una rilettura del tempo trascorso con la malattia, fatto di alti e bassi, e nel mio caso gli ultimi sono stati preponderanti e volerci bene comporta si controllarci, tenere il timone a dritta ma senza diventare maniacali e ostaggio di eccessi in tutti i sensi. D’altronde i diritto al riposo è universale no e vogliamo negarlo a noi stessi forse?