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BallaRicomincio da sette: un numero che rappresenta l’entrata con il 2014 del settimo anno di vita narrativa e di cronaca della vita di un diabetico, uno dei tanti, con la malattia. Un percorso nato cinquantuno anni fa da bebè e portata avanti coi suoi molti altri e bassi fino a qua. L’idea di scrivere del percorso indisciplinato, sregolato e contorto; poi al contrario regolato, incanalato e sciolto con una patologia fatta di tanti risvolti la ritengo necessaria, importante e spero virale, ovvero vorrei tanto che altri come me ora come in futuro facessero lo stesso. Sarebbe bello e non solo per il risvolto emotivo poter leggere e rileggere i percorsi e progressi fatti nel corso del tempo dai diabetici di ieri e quelli di domani nei confronti del vissuto quotidiano e con la malattia.

Ecco nella giornata in cui festeggiamo l’Epifania momento di chiusura del ciclo delle feste di fine anno albeggia sempre il detto: arriva l’Epifania e tutte le feste porta via. Da piccino tale festa non mi piaceva debbo essere sincero, vuoi perché la Befana era brutta e la cosa del premio per i bimbi buoni e punizione per quelli cattivi non andava giù, e poi non volevo che le feste finissero con tutte quelle luci e colori. Ma la domanda delle cento pistole che mi facevo tra me e me era: perché la Befana si porta le feste anziché portarsi via le malattie come la mia? Lascio l’interrogativo alle generazioni che verranno ma un distinguo fondamentale voglio trascriverlo in questo articolo: il diabete NON è una malattia incurabile; il diabete è una malattia inguaribile. La cura nello specifico del diabete di tipo 1 si chiama insulina, punto e basta, poi se ragioniamo di miglioramento della, delle terapie allora il discorso è aperto. Dico questo perché la sfida vera per l’avvenire è: si può pensare di renderci guaribili dal diabete? Agli scienziati presenti e futuri l’ardua sentenza.

E arrivati al termine del ciclo delle feste resta da fare un bilancio degli effetti prodotti da prelibatezze affini su glicemia e dintorni del mio, nostro diabete. La media glicemica personale è stata complessivamente buona con un valore di 150 mg/dl. Ma attenzione, come ricordato in altre occasione quel che occorre sempre tenere da conto sono media con i picchi glicemici per capire dove la risposta dell’insulina si trova carente in rapporto a cibi, azione del farmaco e attività umana.

A tal proposito durante le feste, e in particolare per la vigilia del capodanno, ho a vuto problemi dovuti ad un errato calcolo del bolo a onda doppia prima dello spuntino di mezzanotte, in particolare con tre ipoglicemia nell’arco delle ventiquattro ore e un iperglicemia al risveglio del primo giorno del nuovo anno.

Il taglio agli approfondimenti e scritti nel blog in questo nuovo anno lo voglio riprendere mettendo al centro dell’attenzione la cura quotidiana del diabete con le relative problematiche connesse. Trovo necessario un percorso simile, senza trascurare l’attenzione verso le altre tematiche.