Altro che Dottor House, il padre di tutti i gli esperti del corpo umano, pancreas in testa, è nostrano anzi sta proprio qui a poca distanza da casa mia, si tratta del Dottor Balanzone, maschera bolognese, dove ha compiuto gli studi, è il classico personaggio “serio”, sapientone e presuntuoso che si lascia andare spesso in verbosi discorsi infarciti di citazioni colte in latino e oggi inglese maccheronico, ma anche oltre.
Primo scopritore scientifico della sindrome metabolica, lo rende simpatico la sua figura opulenta espressa dalle rotondità della forme fisiche a cominciare dalla pancia; ama gesticolare molto per corredare l’espressione verbale, ma i suoi gesti sono sempre pacchianamente autorevoli ed eloquenti. Indossa la divisa dei professori dello Studio (Università di Bologna): toga nera, colletto e polsini bianchi, gran cappello, giubba e mantello.
Pignolo, cavilloso, prodigo di inutili insegnamenti e di consigli inappropriati, è sempre pronto a trovare ogni minima scusa per iniziare uno dei suoi infiniti sproloqui “dotti” a suon di parole storpiate e discorsi ampollosi ma senza senso. Sempre pronto a vantarsi dei suoi titoli, dice di conoscere ogni campo della scienza umana: legge, medicina, astrologia, filosofia; di esse parla in maniera noiosa, mescolandole in un groviglio inestricabile. Insomma il generatore di tutti i tuttologi moderni.
Ecco prendendo spunto da questa figura con oggi all’interno del blog si crea una nuova categoria di post dal titolo: topolinia, vapori e fantascienza, pensiamo troverete post e articoli di vario interesse e umanità, una occasione imperdibile da vivere e condividere.
Invece tra le pieghe delle curve prese dai grafici sfornati di continuo dal sensore glicemico sto imparando tante cose di me e del diabete proprietario. Una volta, anticamente, al cospetto di cifre e segni, disegni, torte, diagrammi e istogrammi mi sarebbe venuta l’orticaria o lo sbadiglio, oggi non più.
Anzi da qualche tempo in qua lo sbadiglio è diventato una risorsa per apprendere meglio la condizione diabetica. Proprio dall’osservazione di un fatto fisico-meccanico ricorrente, spesso e volentieri, tra le 16.30 e le 18 pomeridiane. Infatti nel lasso di tempo indicato lo sbadiglio da me sottovalutato e inteso come la necessità di riposo in realtà tale manifestazione mette in evidenza il comparire di una ipoglicemia e di questo modo, il più delle volte senza neanche ricorrere a test della glicemia, riesco a intervenire per tempo ed evitare effetti ancor più peggiori per la salute.
Saper leggere i dati contemporaneamente coi messaggi inviati dal nostro corpo è una passo importante per saper affrontare al meglio il diabete, sia chiaro non è sempre possibile e facile farlo presi come siamo dalle molteplici azioni quotidiane, ma tenerlo a mente ci aiuta a non lasciarci andare ed avere maggior attenzione nella cura di noi e della nostra malattia.