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OspizioEccomi a cercare di divenire un bravo pensionato, un buon uomo in fondo lo sono sempre stato: ottimo codice di comportamento, rispetto delle persone e attenzione alle relazione umane, durante la giovinezza e infanzia sodomizzato moralmente ed emotivamente non tanto dal diabete, ma dai “trattamenti” sanitari ospedalieri e lunghi periodo di ricovero, i quali hanno frenato i bollenti spiriti e le speranze che, solitamente, ricolmano l’adolescenza e i vent’anni, e che, invece, mi avevano portato ad essere un individuo da dieci in condotta alle elementari come nelle medie.

Preciso subito sul pensionato che la strada è ancora lunga da venire, quindi continuo a restare per un po’ nel ghetto lavorativo, ma ammazzo l’attesa nel domandarmi: la vita di un diabetico tipo 1 senza figli e solo dovrà essere fronteggiata tramite mezzi automatizzati di segnalazione diagnostica e ausilio domotico?  Ecco vedete una delle questioni di fondo che dovrebbe investire le generazioni nate nell’ultimo “baby boom”, a cavallo tra gli anni 50 e 60, e in buona parte soli e senza una rete di sociale di supporto, un problema volutamente ignorato. Viviamo in un’epoca in cui il supporto generazionale non esiste più. Ognuno è abbandonato a se stesso.

Siccome sono aspetti dell’evoluzione che non si improvvisano e per i quali occorre attenzione sociale, organizzativa e politica, so bene come si  deve sempre più porsi il problema e cercare di affrontarlo, possibilmente non come si è fatto finora con il sistema dei trasporti pubblici in Italia (ironia marcata e sfacciata), un modo per dire e non fare.

Siccome il diabetico del 2000 è splendido e lucente e campa a lungo porsi la domanda: ma come? E’ del tutto legittimo. Ma dovremo avvalerci del salva la vita Beghelli per tirare a campare?

Naturalmente l’attesa è sempre riversaae sulle roboanti e suggestive tecnologie biomedicali e scientifiche emergenti, ma non troppo, e uno spicchio d’esempio speriamo di poterlo ricavare a cominciare da oggi con il meeting dell’Associazione Europea di Studi in Diabetologia che apre i battenti a Vienna (Austria). A tal proposito sono presente all’evento oggi e domani, con la speranza di riportarvi buone e interessanti notizie per noi diabetici nella cura e vita con la malattia.

Ma la prudenza è d’obbligo perché, supposta effervescente a parte, non ho ancora nulla per mano di tangibile e affidabile da poter dire: ecco con sta cosa è tutta un’altra vita!

E per ora il diabetico stagionato di tipo 1 può contare oltre all’insulina e la buona stella sull’arte tutta italiana dell’arrangiarsi tra un glicemia x e una y l’insulina x o y più ciccioli, per chi li tollera.

A metà settembre ci sono gli ultimi che levano le tende, tolgono i picchetti pronti per tornare al lavoro e ricominciare la scuola, e tra una data e un parziale la mia media glicemica continua ad andare bene con un valore pari a 152 e tra una settimana ricontrollo l’HbA1c.