Ci risiamo: questa notte si torna a mettere gli orologi un’ora avanti per il ritorno all’ora legale. Ci risiamo e discutere se tale mutazione di fuso orario comporti problemi e disquilibri metabolici, neurologici, cardiologici, epatici, renali, endocrinologici, psichiatrici, e altro ancora. A noi diabetici comporta qualcosa oppure no? In effetti un problema lo dà: mettere manualmente a posto l’ora del glucometro, microinfusore, sensore e quant’altro, per chi fa collezione di tali strumentazioni è una tortura. Mi chiedo: ma è possibile per il prossimi gadget prevedere una regolazione automatica del meccanismo sulla riga di quel che accade con i sistemi operativi di computer fissi e portatili nonché tablet e smartphone?
Due volte l’anno c’è una certezza: il cambio, avanti e indietro, dell’ora e il collegato carro di querelle riportate dai giornali di tipo scientifico sul male che fa alla salute tale passaggio. A parte che si può facilmente obiettare come anche il viaggiare fa male, vogliamo mettere prendere un aereo e farsi un volo fino agli antipodi con dodici ore di differenza? Oppure lo stress per qualsiasi cosa vivente o vissuta? E naturalmente si è letto e legge di come tale cambio dell’ora incida pure sul diabete, nota malattia nel top ten di tutti i mali del mondo. Invece di trattare di queste sciocchezze andiamo veramente al punto della questione.
Il ritmo circadiano regola il ciclo sonno veglia e molti parametri vitali che hanno andamento periodico. È quindi fondamentale per le molte funzioni del nostro organismo, dal ritmo cellulare, al funzionamento degli organi vitali. L’orologio biologico scandisce la produzione di ormoni, la fame, la rigenerazione cellulare, la temperatura corporea. I ricercatori ne stanno indagando i meccanismi neurobiologici dal momento che una sua alterazione è associata ad obesità, depressione e disturbi affettivi stagionali (i DAS). È però fondamentale sapere dove intervenire: una recente scoperta, pubblicata su Nature Neuroscience , ha identificato nel nucleo soprachiasmatico (SCN), un’area dell’ipotalamo, l’interruttore cerebrale del jet lag.
E con il diabete una delle poche certezze che si hanno, oltre a fare la terapia e tenersi controllati, sta nell’essere regolari con gli orari dell’alimentazione, nello stile di vita e nel riposo, sonno. Una buona abitudine da apprendere e conservare, punto.
Se un diabetico ha difficoltà a riposare, dormire ne vanno vano ricercate le cause, non imputabili senz’altro all’ora legale solare che sia, spesso utilizzata come pretesto, alibi per sottacere altri problemi magari più importanti, come l’astenia, sintomo ricorrente nel diabete tipo 1.
Non avere orari è il vero problema per il diabetico, e tale criticità si manifesta con particolare evidenza nell’adolescenza e da giovani adulti. Essere regolari negli orari è importante con le iniezioni d’insulina multiple, mentre il microinfusore consente un poco più di flessibilità.
Per i seguaci del “normalismo” diabetico costui può fare qualsiasi cosa, compreso scopare il mare, non mi addentro nella questione, dico solo una cosa, e se sbaglio aggiornatemi: tutt’oggi chi ha il diabete, in un orario articolato per turni, è esonerato dalla turnazione notturna.
Ecco per sommi capi le questioni vere sulle ore e il diabete, altro che ora legale.