Default Featured Image

microinfusore insulinico vecchio nuovoPrima della realizzazione dell’insulina come farmaco salvavita per i diabetici di tipo 1 da parte dell’equipe di Banting il destino di un diabetico era segnato dalla morte d’inedia e accidente cardiovascolare. Il diabete prima della distinzione tra tipo e 2 veniva volgarmente definito dal popolo: diabete magro o grasso. Nel primo caso la causa della magrezza in buona parte dei casi era dovuta all’inadeguato apporto d’insulina iniettata oltreché da un costante condizione d’iperglicemia ad esempio con conseguente dimagrimento e mantenimento del peso corporeo sotto la media.

Anche se è un po’ paradossale un miglior controllo glicemico può inizialmente far ingrassare. Se l’iperglicemia supera una certa soglia, chiamata soglia renale, i reni lasciano uscire parte dello zucchero nelle urine modificando il rapporto calorie in entrata/in uscita. Le persone con diabete di tipo 2 che passano da una discreta iperglicemia ad un buon controllo glicemico non hanno più questa ‘scappatoia’. Il diabetico scoprirà che la stessa quantità di calorie che assumeva prima porta a un aumento di peso. Questo ‘effetto collaterale’ però non è tipico del microinfusore ma di tutti i trattamenti insulinici intensivi efficaci. Allo stesso modo si può dire che la terapia con insulina fa ingrassare in quanto l’insulina aiuta le cellule a ‘crescere’. La persona con diabete di tipo 2 che passa all’insulina può quindi notare inizialmente un aumento di peso. Al contrario però, la persona con diabete di tipo 1 che passa al microinfusore, vedendo ridotto il suo fabbisogno insulinico (in genere 1/4 in meno), noterà una minore difficoltà a mantenere il peso forma o addirittura dimagrirà leggermente.

Molte persone, per prevenire o combattere le ipoglicemie, assumono carboidrati in più, le famose merendine o i dolci ‘in caso di ipoglicemia’. Il caso classico è lo spuntino dopo un esercizio fisico. Con il microinfusore, una volta impostata uno schema basale, non solo si riducono le ipoglicemie ma è anche possibile gestire le ipoglicemie da esercizio fisico senza bisogno di assumere carboidrati extra. Lo stesso discorso vale per i pasti. Chi usa un microinfusore non deve assumere quantità predeterminate di cibo e può quindi scegliere pasti più leggeri.

Il microinfusore offre una maggiore libertà in quanto permette alla persona che conosce il calcolo dei carboidrati di mangiare quanto vuole mantenendo la glicemia in equilibrio. L’alimentazione deve però rimanere sana, variata, corretta ed equilibrata in quanto la persona con diabete di tipo 1 ha un alto rischio di aterosclerosi e di eventi cardiovascolari (infarto miocardico e ictus cerebrale) superiore alla media e non è il caso di aumentarli per una trascuratezza alimentare.

Siccome la questione dell’aumento del peso associato con il microinfusore di tanto in tanto torna come argomento sollevato tra i diabetici e cultori della materia, dobbiamo avere presente che lo strumento offre sì maggiore libertà rispetto alle iniezioni multiple, ma sempre nell’alveo della regolarità e controllo nella dieta e del proprio stile di vita (sedentarietà/azione fisica), oltre a un maggiore monitoraggio della glicemia.

L’evoluzione con la malattia non ammette sotterfugi: questo deve sempre restare chiaro come principio cardine per il diabetico.