Sulla porta della segreteria del centro di diabetologia della mia città c’è affisso da anni un avviso ai pazienti con il quale si richiede di prestare il consenso al trattamento dei dati al fine di poter essere contattati da rappresentanti di aziende biomedicali (glucometri, lancette e altro).
Il diabete oggetto di marketing tra venditori e venduti non è una novità. Nella massa che per comodità di definizione denominiamo di diabetici, secondo le leggi della vendita al consumo per attirare la fiducia del cliente o potenziale tale occorre presentare un messaggio positivo per ottenere credito, sicurezza e attrazione. E proprio per queste ragioni oltre allo slogan occorre raffigurare il prodotto in vendita con persone, testimonial che diano la sensazione di ottenere un miglioramento dal prodotto con conseguente affidabilità, così da far decidere l’acquisto o la scelta dal possibile acquirente. Il figurante oltre ad essere gradevole d’aspetto fisico, deve avere anche un fisico atletico, viso tonico e sorriso marcato con dentatura completa, per fare solo un esempio.
Oggi la canalizzazione della vendite si articola su piani diversi nell’ambito diabetico: oltre a stampa e tv – radio, la presenza visiva la si ritrova nei centri sanitari, presso le sedi di associazioni di categoria, come su internet.
Ma c’è un nuovo canale di vendita molto più intrigante da qualche anno in qua e che si sta sempre più estendendo, si tratta dei social network. L’esempio più marcato lo si ricava da Facebook: grazie al bisogno di supporto e visualizzazioni connesse alla gestione e vita con la malattia, una parte di noi diabetici si rivolge a codesti spazi di aggregazione sociale virtuale. I cosiddetti gruppi sono la categoria di coinvolgimento più marcata poiché consentono un confronto diretto tra persone. Le aziende lo hanno capito e guarda caso negli ultimi anni si è registrata un moltiplicazione all’ennesima potenza di gruppi “a tema”. Senza fare nomi di marche basta che nel campo di ricerca di Facebook ne richiamate uno e sia in italiano che in inglese troverete diverse centinaia di presenze come brand del prodotto.
Bene, se è chiara e pluralista la presenza di “supporter” di prodotti per diabetici quel che resta oscuro riguarda l’affidabilità e sicurezza fornita da questi gruppi ai singoli, in un ambito dove spesso sono presenti più utenze personali a capo dello stesso soggetto (sempre che di persona fisica si tratti). Insomma il rischio di cadere in un trappolone è sempre incombente.
Un modo certo, l’unico al momento, per risalire al responsabile di un determinato gruppo sta nel sapere se questo è associato a una azienda oppure quando trattasi di persona fisica, siffatta realtà ha un sito con dominio proprietario, e grazie al quale dall’autorità di registrazione si può risalire alla veridicità dei dati anagrafici e legali, poiché per registrare un dominio si deve avere carta di credito con tutti gli aspetti fiscali e legali che ciò comporta.
In rete come fuori da essa occorre conoscere le dinamiche per muoversi con maggiore sicurezza e. Come diceva il proverbio: l’abito non fa il monaco e così il nome non fa il luogo.