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Le persone con patologie renali, tra le quali la nefropatia diabetica, sono ad alto rischio di deterioramento cognitivo, ma la natura di questo rapporto rimane incerta. Una nuova analisi che indaga questo collegamento sarà presentato al ASN Kidney Week 2016 in programma dal 15 al 20 novembre presso il McCormick Place di Chicago, IL.

Per l’analisi, Daniel Weiner, MD, FASN (Tufts Medical Center) ed i suoi colleghi hanno raccolto informazioni dal programma di intervento sulla ricognizione della pressione sanguigna sistolica (SPRINT).

Dopo aggiustamento per diverse caratteristiche demografiche e cliniche, un valore superiore di albumina nelle urine, risultava essere indicativo della scarsa funzionalità renale, e collegato con le prestazioni peggiori nei test di funzione globale cognitiva, funzione esecutiva, memoria e attenzione. Ogni raddoppio della quantità di albumina nelle urine era simile all’effetto da 6 a 14 mesi di invecchiamento in questi domini cognitivi. Una bassa stimata velocità di filtrazione glomerulare, un altro indicatore di scarsa funzionalità renale, è collegata con le prestazioni peggiori nei test di funzione cognitiva globale e memoria. Nel sottogruppo di partecipanti con imaging cerebrale, un più alto concentrazione di albumina nelle urine è stata associata con anormali sostanze bianche nelle regioni del cervello.

“I risultati cementare l’associazione tra danno renale e funzionamento cognitivo, suggerendo che l’albumina nelle urine e i cambiamenti nella struttura del cervello sono probabilmente entrambe le rappresentazioni dello stesso processo vascolare, proprio in diversi organi”, ha detto il dottor Weiner. “Questa si manifesta con la peggiorata funzione cerebrale, in particolare nei settori legati alle malattie cerebrovascolari. Il fatto che questo viene da dati di base nel processo SPRINT suggerisce come questi sono probabilmente rilevanti per decine di milioni di pazienti a livello globale.”