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Il diabete? Un’abitudine lentamente acquisita per mezzo della pratica e della esperienza; una monotona e deprimente consuetudine con cui devo fare i conti da oltre cinquant’anni. E con il passare del tempo ci si inventa sempre qualcosa per sbarcare il diario, ma la routine l’ha sempre vinta.

E dunque questa mattina ho fatto la seconda visita di controllo del diabete per quest’anno. E per la prima volta, udite udite, la pratica è cambiata! Ma prima di passare in rassegna le novità faccio un breve riepilogo della prassi precedente all’introduzione del “nuovo corso” voluto dal nuovo direttore, prof. Uberto Pagotto. Passato – La procedura prevedeva: gli adempimenti burocratici con fila per fare l’accettazione con ricetta per visita rossa, poi la consegna del campione di urine delle 24 ore e la glicemia a digiuno dagli infermieri, e poi la lunga attesa per essere visitato. Risparmio la narrativa circa le due ore di anticamera dal momento fulcro della giornata: l’incontro con il medico diabetologo; anche perché nel frangente si assisteva ad un affresco di varia umanità, dolente e indolente. Ad esempio: a dopo essere arrivato all’ambulatorio alle ore 10.00 del mattino accedevo dal sanitario alle ore 13.00. Cosa avveniva durante l’incontro? La prima cosa che esibivo erano gli esami effettuati in precedenza, assieme ad altre visite specialistiche; poi il medico mi controllava il peso e la pressione arteriosa; ed ancora chiedeva se nel periodo intercorso vi erano dei dati riguardanti il diabete degni di segnalazione, e contestualmente verificava il diario della glicemia per, eventualmente, rivalutare lo schema dell’insulina ed altre terapie, nonché percorsi diagnostici da effettuare. Questo in sommi capi è quello che avveniva nell’arco del percorso della visita diabetica.

Oggi – L’accettazione alla visita è automatizzata, inserisco la tessera sanitaria con banda magnetica nel lettore all’ingresso degli ambulatori di diabetologia, identifica l’associazione con la prescrizione elettronica e rilascia il numero per la chiamata. Dopo cinque minuti vengo richiamato dall’infermiere che mi controlla la pressione arteriosa e il peso e mi fa alcune domande circa il mio livello di convivenza con la malattia. Passano altri cinque minuti e vado alla visita dal diabetologo. Porto con me gli esami di laboratorio che lo specialista aveva prescritto con il precedente accertamento più il referto dell’ECG e 100 pagine del diario dei dati scaricati dalla lettura del microinfusore e monitoraggio continuo glicemico più glucometro.

Il medico diabetologo esamina con me l’andamento della curva glicemia e riscontra l’ottimo compenso glicemico raggiunto passato da una emoglobina A1c di 6.8 a una di 6.4, merito della performance stupenda raggiunta con il Medtronic 640g e il buon governo del dispositivo da parte mia.

L’altra grossa novità rispetto al passato è costituita dalla prenotazione della prossima visita che non la fa più l’infermiere una volta uscito dall’ambulatorio ma direttamente il medico al termine dell’accertamento per via telematica, con la prescrizione degli esami da effettuare nel mentre: ecocardiogramma, ecodoppler carotideo e gli esami del sangue di routine (Hba1c, colesterolo, transaminasi, xgt, creatinina, cph e trigliceridi).

Nota finale ambientale: se prima tutta la procedura impegnava tre ore medie di tempo oggi il tutto si riduce a 30 minuti con una concentrazione dell’appuntamento sanitario basata sulla qualità anziché qualità e senza resse e casino in sala d’attesa.