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Con il termine Dieta mediterranea si intende un modello nutrizionale ispirato alla tipica alimentazione della popolazione italiana e greca. La scelta di questa area geografica e di questo periodo storico si basa su alcune evidenze scientifiche ed epidemiologiche

Gli alimenti della dieta mediterranea tendono ad avere un basso indice glicemico, cioè il valore che indica la velocità con cui aumenta la glicemia a seguito dell’assunzione di un determinato alimento. Gli alimenti con un indice glicemico elevato creano nel sangue un picco di zuccheri rapido e significativo, mentre quelli con indice glicemico basso ne fanno alzare lentamente il livello.

Una dieta che fornisce un innalzamento lento degli zuccheri è perfetta per chi soffre di diabete e presenta, quindi, un organismo che non gestisce in modo normale un afflusso di zuccheri elevato. Verdura, frutta, cereali integrali e legumi (elementi chiave della dieta mediterranea) innescano una reazione degli zuccheri nel sangue molto più lenta rispetto, per esempio, al pane bianco, alla pasta di grano e agli snack dolci.

Gli alimenti più caratterizzanti della Dieta mediterranea sono i cereali integrali, l’olio d’oliva e il vino in modica quantità. Al contrario di questi, la cui presenza è documentata da alcuni millenni, altri alimenti oggi considerati “tradizionali” della Dieta mediterranea sono stati adottati solo di recente nel bacino mediterraneo.

Uno studio del 2009 dell’Università di Napoli pubblicato negli Annals of Internal Medicine ha rivelato che i diabetici che seguivano la dieta mediterranea invece di una dieta povera di grassi erano in grado di controllare meglio la glicemia ed erano meno inclini ad avere bisogno di cure.

Per i diabetici anche la dimensione delle porzioni tipica della dieta mediterranea può fare la differenza. Gli alimenti amidacei come i cereali integrali, se assunti in dosi eccessive, possono anche far alzare il livello di zuccheri nel sangue, ma le porzioni classiche della dieta sono ridotte e consentono di tenere sotto controllo l’apporto di carboidrati. I benefici, però, non si limitano solo a chi è già affetto da diabete, perché questa dieta può anche ridurre il rischio di contrarre la malattia.

Al di là di questa forte eterogeneità di calcolo, tra i componenti positivi della dieta vi sono sempre frutta e vegetali, tra i negativi le carni. Ci sono anche sensibili variazioni riguardo ad alcuni componenti della dieta (ad esempio la definizione di moderato consumo di alcool).

È stato provato che gli effetti favorevoli sulla salute si ottengono quanto più il regime dietetico (oltre allo stile di vita, che è un’altra variabile indipendente) si avvicina alla dieta mediterranea del Seven Country Study.

Uno studio dell’Università di Navarra, condotto su oltre 13.000 soggetti senza storia pregressa di diabete, ha dimostrato che chi segue la dieta mediterranea è meno incline a sviluppare il diabete di tipo 2. L’aspetto più interessante dello studio è che i partecipanti con fattori di rischio elevati per il diabete di tipo 2 (età avanzata, famigliarità della malattia e fumatori), ma che seguivano la dieta mediterranea in modo rigido, hanno registrato l’83% in meno di rischio di sviluppo della malattia.