Come passa il tempo. E altre volte invece no. Sembra che sia fermo su un punto preciso. Eh già. E io adesso sono ferma a 2 mesi fa….A quest’ora ero lo stesso sveglia. Ad aspettare che la glicemia di mio fratello scendesse sotto i 500, ad aspettare di vedere un 300. Ad aspettare per essere sicura che non sarebbe andato in coma. In quel momento avrei fatto festa per vedere un 300. Ironica la cosa, vero? Invece no. Era la realtà. Era l’esordio. Quello che nessuno si aspettava. Quello che non mi aspettavo. E non saprei spiegare. Forse perché non ci sono parole. Eh no. Un esordio ti lascia spiazzato. Poi se è il terzo esordio a casa, beh, non lo so. Cioè, non so neanch’io le mie emozioni. Anche se mi sento come svuotata. E adesso capisco veramente chi diceva che un esordio ti cambia. Cioè, il mio diabete ha cambiato la mia vita, ma dell’esordio ho rimosso tutto. Poi l’esordio di mia sorella. Li ho odiato il diabete, così tanto come non credo di aver mai odiato in vita mia. Ma all’epoca ero “ignorante” per quanto riguardava il diabete, così che non ho vissuto veramente l’esordio. Invece questo, questo direi che mi ha sconvolto in tutte le sue forme. Forse perché in un certo senso il destino o come cavolo vogliamo chiamarlo, era come se avesse scelto me per stargli dietro. E le responsabilità sono tante. Forse perché molte delle cose sono state fate a distanza, fare lezioni di diabete in videochiamata non è come chiacchierare davanti a un caffè. Eh già, chi l’avrebbe mai detto. Io no. Così come non avrei immaginato tutta quella responsabilità. Mi ricordo ancora quando ha dovuto decidere la sua prima correzione. 10 giorni dopo l’esordio. La glicemia dopo cena che non scendeva sotto i 350. Sarà stato così per 3-4 ore. All’inizio abbiamo aspettato perché un 350 li scendeva da solo piano piano. Però quella notte no. Verso le 2 li dico: a questo punto devi fare la correzione. Non puoi passare tutta la notte in iper. Fai solo 2UI. Non dico la paura. La paura che la sua glicemia scendesse troppo. E se avessi sbagliato a dirgli di fare la correzione?-chissà quante volte me la sono detta in quelle ore. Dai, proviamo a dormire e ci svegliamo tra 1 ora per vedere come va. Per fortuna è andato tutto bene, però ogni tanto mi chiedo cosa sarebbe successo se non fosse stato così. Non me l’avrei mai perdonato..E nulla. Ricordo anche la sua prima ipo. Che poi non era neanche una vera ipo. Come ogni sera ci sentiamo e mi dice che ha 171 e che andava a dormire. Io ero uscita fuori con amici. Invece dell’1 come pensavo torno a casa verso le 3. Sul chat vedo che mio fratello è sveglio. Mi chiama e mi dice che si era svegliato tutto sudato e che si sentiva strano così che ha misurato. 71. La glicemia era scesa di 100, tanto. Troppo. Poi per uno che neanche sapeva cos’era una ipo era ancora più difficile. Siamo rimasti svegli un’altra ora, finché la glicemia si è stabilizzata. E anche li il destino ha messo il suo zampino. Se io fossi tornata a casa prima, lui a quell’ora si sarebbe dovuto arrangiare da solo. C’è l’avrebbe fatta lo stesso, lui è bravo, ma in situazioni sconosciute, avere qualcuno che ti dia un consiglio e ti stia vicino, fa molto. E chissà quante altre cose successe. Notti intere a fare delle videochiamate. Direi che non abbiamo saltato una. E stasera invece, nulla. Presi e persi un po tutti e due. Come se in un certo senso abbiamo cominciato a tagliare il cordone ombelicale…Al suo di diabete ci pensa lui. Ovvio che se ha bisogno chiede. Però è il suo diabete e ormai ci pensa lui. Un po fa strano devo dire, dopo 2 mesi che lo seguivo, però forse è giusto che sia così. La vita continua. Però lo devo ammettere: ogni tanto io mi fermo li, a quel 8 febbraio, a quella telefonata che cambia tutto…
(Questo non è il mio solito scrivere. Di solito mi piace dare un messaggio positivo. Qui non so neanch’io cosa voglio dire. Forse nulla. Forse avevo solo bisogno di tirare fuori una parte delle mie emozioni, quelle emozioni che sono rimaste chiuse per molto tempo…)