Tutte le Regioni (da ultimo la Calabria) hanno aderito al progetto ed è da poco partita la sperimentazione del punto unico di accesso al Fse. Dal prossimo anno il portale nazionale consentirà di arrivare al proprio fascicolo in qualsiasi momento e da ogni parte del mondo, mentre ora la “porta d’ingresso” è il portale della regione in cui si risiede e ciò può creare problemi nel caso di cambio di residenza.

Il fascicolo sanitario elettronico La carta d’identità della salute in un click Si completa con la Calabria il quadro delle regioni che hanno aderito al progetto Agid ha iniziato i test per il portale nazionale che diventerà operativo il prossimo anno una circolare per dare il via ai test del punto unico di accesso.

Le proposte in campo. Anche i privati nel fascicolo: l’ipotesi è di attivare il fascicolo anche senza il consenso del cittadino e di inserirvi pure i referti delle strutture sanitarie private Antonello Cherchi 3 II portale nazionale Entro fine anno dovrebbe concludersi la sperimentazione del portale nazionale da parte delle Regioni e il prossimo anno la novità dovrebbe diventare operativa. Un’innovazione che risolverà diversi problemi, a cominciare da quelli legati al cambio di residenza. Ora per consultare il proprio fascicolo sanitario il cittadino deve collegarsi al portale della Regione in cui risiede e accedere – attraverso Spid, la carta di identità elettronica o la carta nazionale dei servizi – ai documenti che lo riguardano. Nel caso, però, si decida di cambiare residenza e Regione e – caso non infrequente – non ci si registri tra gli assistiti della nuova destinazione, l’accesso al fascicolo sanitario resta precluso. Stesso discorso per chi trasferisce la propria residenza all’estero. Con il punto di accesso unico, invece, questi problemi vengono risolti, perché il cittadino opo sette anni di gestazione il può consultare il proprio fascicolo senza fascicolo sanitario elettronico vede vincoli, a prescindere dalla Regione o dallo il traguardo finale. Si è infatti Stato in cui in quel momento risiede. completato il quadro delle Regioni che hanno aderito al progetto – ultima arrivata è stata la Calabria – ma soprattutto è partita la sperimentazione che porterà entro il prossimo anno al debutto del portale nazionale, che diventerà peri cittadini la porta d’accesso unica per consultare la propria carta di identità digitale della salute. Sono novità a cui sta lavorando l’Agid (Agenzia per l’Italia digitale), che agli inizi di settembre, una volta ottenuto il via libera al Fse da parte di tutte le regioni, ha messo a punto il cambio di prospettiva che si è reso possibile anche perché tutte le Regioni hanno finalmente risposto all’appello. L’ultima arrivata, a luglio, è stata la Calabria, che ora si trova a dover percorrere la strada che molte altre amministrazioni hanno da tempo alle spalle. In quasi tutte le Regioni, infatti, l’attivazione dei servizi che permettono al fascicolo sanitario elettronico di funzionare è terminata o quasi, come si può vedere dalla cartina pubblicata a fianco, dove la Calabria rappresenta – per l’appunto – la matricola. Solo la Campania e l’Abruzzo sono indietro: la prima è praticamente ancora ai blocchi di partenza. Va, però, detto che l’aggiornamento del monitoraggio è fatto sulla base dei dati forniti dalle stesse amministrazioni regionali, che alcune volte non sono puntuali nell’invio delle informazioni.

7 anni di gestazione. La situazione accelerata nell’ultimo triennio • Il fascicolo sanitario elettronico è stato previsto dall’articolo 12 del decreto-legge 179 del 2012. È, però, soprattutto nell’ultimo triennio che l’attivazione del Fse ha subito un’accelerata.

E questo può spiegare anche come mai, secondo alcune rilevazioni, il fascicolo sanitario risulti attivato solo da circa il 21% della popolazione. Per quanto possa trattarsi di una percentuale sottostimata, non va, però, dimenticato che al momento l’attivazione del fascicolo sanitario avviene solo dietro esplicita richiesta e consenso del cittadino. Ecco perché nei giorni scorsi si era fatta spazio l’idea di inserire nella manovra l’eliminazione del consenso da parte del cittadino. In altre parole, il fascicolo sanitario verrebbe attivato comunque. Misura che permetterebbe di far crescere in modo significativo la copertura della carta d’identità digitale della salute. Ma non è l’unica novità nell’aria. C’è anche la proposta di inserire nel Fse – ora limitato alla raccolta dei documenti delle strutture sanitarie pubbliche e a quelli rilasciati dal medico di famiglia – anche i referti e gli altri dossier forniti all’assistito dalle strutture sanitarie private.

Nel Fse tutto il quadro clinico, Referti medici, verbali di pronto soccorso, lettere di dimissioni, dossier farmaceutici, consenso alla donazione degli organi, vaccinazioni: alcuni dei documenti contenuti nel Fse.