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Le malattie autoimmuni (AD) colpiscono circa il 10% della popolazione mondiale. Poiché le AD sono spesso disturbi sistemici, è frequente il coinvolgimento cardiaco. In questa recensione i ricercatori polacchi si concentrano sulle aritmie tipiche e sulla loro patogenesi, mortalità associata all’aritmia e possibili opzioni di trattamento tra AD selezionati (sarcoidosi, lupus eritematoso sistemico, sclerodermia, diabete di tipo 1, malattia di Graves, artrite reumatoide, spondilite anchilosante [AS], psoriasi, celiachia [CD] e malattia infiammatoria intestinale [IBD]).

 I disturbi del ritmo hanno diverse patofisiologie sottostanti; infiammazione del miocardio e fibrosi sembrano essere i fattori più importanti. I processi infiammatori e lo stress ossidativo portano alla necrosi cardiomiocitaria, con conseguente rimodellamento elettrico e strutturale. Inoltre, l’infiammazione cronica è la base fisiopatologica che collega l’AD alla disfunzione autonomica, compresa l’iperattivazione simpatica e un declino della funzione parasimpatica. 

Effetti inibitori autoanticorpo-mediati di eventi cellulari (es. Correnti di potassio o calcio di tipo L, M2 segnali colinergici muscarinici o recettori ? 1 -adrenergici) possono anche portare ad aritmia cardiaca. Aritmie indotte da farmaci, causate, ad esempio, da corticosteroidi, metotrexato, clorochina, sono anche osservate tra i pazienti con AD. 

L’aritmia più comune nella maggior parte delle presentazioni di AD è l’aritmia atriale (principalmente fibrillazione atriale), si aspettano la sarcoidosi e la sclerodermia, che sono caratterizzate da un maggiore carico di aritmia ventricolare. La mortalità associata ad aritmia è più alta tra i pazienti con sarcoidosi e più bassa tra quelli con AS; ci sono pochi dati relativi alla mortalità nei pazienti con psoriasi, CD e IBD.

Studio condotto dal Dipartimento di cardiologia, Università medica di Varsavia

Pubblicato in Circulation Journal del 25 febbraio 2020.