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E’ una questione di cui se ne parla in questi giorni, da un lato, e c’è chi tace dall’altro,: ovvero come si gestisce la continuità assistenziale per le patologie croniche, acute e terminali-oncologiche con il caos pandemico in corso? La questione non è tanto soltanto immediata ma guarda nella prospettiva a medip-lungo termine. già io lo avevo scritto un paio di settimane fa con un post proprio sulle scadenze scadute del paziente diabetico che non avranno riscontro positivo (vedi controllo retina), e lunedì scorso un altro quotidiano nazionale: La Repubblica, riportava un pezzo sull’argomento. E domani un reportage lo pubblica il quotidiano il Corriere della Sera. Ecco una anticipazione…

In piena tempesta coronavirus, e con le strutture sanitarie a regime ridotto, chi è affetto da una o più malattie croniche ha un ostacolo in più da superare.  A questo tema è dedicato il dossier di apertura di Corriere Salute in edicola gratis domani con il Corriere della Sera.

Cardiopatici, diabetici, persone che sono sottoposte a dialisi o che sono portatori di dispositivi
come i pacemaker hanno esigenza di controlli regolari e, se è chiaro che riceveranno assistenza e che nessuno deve sospendere le terapie, è evidente che le procedure sono più complicate.

Per ottenere i farmaci sono state previste agevolazioni, come le ricette «dematerializzate» o la proroga dei piani terapeutici, ma per i più vulnerabili? Per chi non può usare quella «finestra», che permette di andare in farmacia al resto della popolazione, sono stati attivati percorsi per ricevere a casa i medicinali (soprattutto se salvavita).

Altra situazione delicata è quella delle donne in gravidanza o vicine al parto. Anche se le notizie sulle gestanti positive al Covid-19 sono incoraggianti, il pericolo di contagio rivoluziona i percorsi di preparazione al travaglio e dei controlli a cui sottoporre mamme e neonati.

Domani avremo modo di leggere al riguardo ma, dati alla mano, è evidente che il coronavirus fa e farà da livellatore in sanità , nell’assistenza sociale, per l’economia e la previdenza, come in politica.