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Hello folk’s buona domenica, mi presento: sono Ciullo (nome di fantasia) e dietro le false sembianze del web e social si nasconde un uomo di 28 anni che ha il diabete tipo 1 da quando avevo tre anni, nel frattempo mi sono laureato in sociologia a Trento e presto la mia opera intellettuale come consulente di marketing spaziando a tutto campo nel settore. Mi ha colpito il titolo del sito di “markette” di Roberto e company: Diabetrendy, e stimolato una riflessione che desidero condividere con voi.

Cosa ho capito del diabete? Tre cose.

Prima, niente, perché nonostante, terapisti, corsi, manuali, social e derivati, questo fa quel che gli pare e tu pure.

Seconda, quando sei piccino, e per un po’ anche da ragazzo, ti trovi al centro dell’attenzione (tra amore, cura, e molto altro ancora), sia dei genitori e affini che dei clinici, in ambito pediatrico noi diabetici tipo 1 siamo una sorta di club dedicato in qui il titolare ha i suoi privilegi. Poi al passaggio dagli adulti la faccenda cambia: sei e resti un numero risucchiato nella fossa dei “dannati” della malattia”, tipo 1, tipo 2 tipo tutti, tra ciechi, ipovedenti, amputati, dializzati, infartuati, atleti, campioni olimpici, Insomma un’arca di Noè.

Terza e ultima cosa, chi è quella ragazza/o? Ovvero chi ti considera?

In questa fase di lockdown ho capito che, alla fine della fiera, il diabete è percepito dalla stragrande maggioranza della società, come una della tante malattie croniche e niente più, pertanto puoi restare anche un anno e passa senza fare gli esami di routine. Ma anche nella massa di malati di diabete, si viaggia sul miliardo a livello globale, che quel che conta è il livello di indifferenza a fare la differenza a meno che? A meno che non diventi un personaggio trendy, nel tuo piccolo o grande che sia, nel bene e nel male, nel tuo brutto e nel tuo bello. Poi in quale campo essere trendy non ha importanza, basta esserlo, essere conosciuti su Instagram, nella Confindustria, tra i Cobas, sui siti porno e via di questo tipo. Ci sono due esempi di persone trendy: uno è Gianluca Vacchi anni 53 manager del gruppo industriale di famiglia, ma che alla popolazione mondiale risulta essere noto per le sue stravaganze, e questo è il top del trendy. Ma in seconda, come tendenza le due persone nella foto qui riprodotta nel post, entrambe diabetiche tipo 1: la bella e la bestia? Fate e voi, intanto magari fatevi un giro su Instagram, Flicr e 500px per immergervi nel cratere delle vanità e del trendy. Tornerete ad essere un tipo 1 veramente n. 1!

Ma attenzione la vita è una parabola che appiattisce nel finale, pertanto se non siete trendy, non è un obbligo, ricordatevi che: da piccini siete al centro, il centro, da adulti la barca che va e da vecchi: fatti più in là. A meno che non appartenete ad un censo sociale ed economico elevato o siete una sorta di Osho de noialtri…

P.S.: da sociologo, prendendo spunto dal padre della moderna sociologia: Mark Zuckerberg, penso di sviluppare un lavoro proprio su lato sociale del diabete, pertanto mi ritroverete a recare disturbo.