Si stanno accumulando prove del fatto che il digiuno prolungato (PL) potrebbe suscitare miglioramenti nella salute metabolica. Poiché il digiuno è accompagnato da numerosi processi endogeni per equilibrare la concentrazione di glucosio nel sangue, la sua fattibilità è discutibile nelle persone con diabete di tipo 1 (PWT1D). Abbiamo mirato a valutare la sicurezza e l’efficacia di PL nel PWT1D negativo al c-peptide (<0,9 ng / mL).
Metodi: il metabolismo del glucosio è stato valutato durante il periodo di digiuno (CGM) e tramite un OGTT da 75 g accompagnato dalla stessa dose di insulina in bolo dopo 12 (shortF) e 36 ore di digiuno (longF). L’area sotto la curva (AUC) è stata calcolata seguendo la regola trapezoidale. La sicurezza è stata valutata dal numero di episodi ipoglicemici (<70 mg / dL) durante il digiuno. I dati sono stati analizzati utilizzando un t-test campione accoppiato o test Mann-Whitney-U (p?0,05).
Risultati: sono stati inclusi in totale 17 PWT1D (6 donne, di età compresa tra 37 ± 11 anni, BMI 24,9 ± 2,9 kg / m 2 , 10 MDI). 13 episodi di ipoglicemia lieve si sono verificati in 9 partecipanti durante la shortF contro 27 in 15 partecipanti durante la longF. L’incidenza di ipoglicemia all’ora era simile in entrambi i bracci (mediana [IQR] shortF: 0,08 [0 – 0,08] vs. longF: 0,06 [0,03 – 0,07], p = 0,62).
Conclusione: PL non ha aumentato il rischio di ipoglicemia nella PWT1D. Curiosamente, l’AUC per il glucagone era significativamente più alta dopo longF rispetto a shortF, spiegando potenzialmente il numero numericamente più basso di eventi ipoglicemici durante longF.
Autori: OTHMAR MOSER , NORBERT J. TRIPOLT, PETER N. PFERSCHY, JR., ANNA OBERMAYER, HARALD KOJZAR, JULIA K. MADER, MARTINA BRUNNER, ALEXANDER MUELLER, HAKAN YILDIRIM, CAREN SOURIJ, MAX L. ECKSTEJ, HARAL Graz, Austria