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Uno studio sulla polifarmacoterapia per tenere sotto controllo il fattore di rischio per la prescrizione di più medicinali che possono portare a importanti reazioni avverse

Ferrara, 2 ottobre 2020 – La somministrazione di più farmaci a pazienti anziani con pluripatologie rappresenta un fattore di rischio che l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara sta cercando di tenere sotto controllo attraverso l’adesione a un progetto realizzato a livello di Area Vasta della Regione Emilia-Romagna (ovvero il luogo dell’integrazione fra l’Azienda USL di Bologna di Imola, di Ferrara e l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna – Policlinico S.Orsola-Malpighi, di Ferrara e l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna).

Lo studio nasce nell’ambito della progettualità della Commissione del Farmaco (CF) AVEC – in collaborazione con l’Istituto di Ricerca Farmacologica “Mario Negri” di Milano – quale strumento per la valutazione dell’appropriatezza prescrittiva e della sicurezza d’uso dei farmaci.

Quando parliamo di “politerapia” intendiamo una condizione abbastanza comune nei soggetti anziani (over 65) e, se da un lato può rendersi necessaria per trattare patologie o sintomi che si presentano con maggior frequenza in questi pazienti, dall’altro può rappresentare un fattore di rischio per la prescrizione di farmaci che possono dimostrarsi inappropriati, di associazioni di farmaci a rischio di interazioni potenzialmente importanti e per l’insorgenza di gravi reazioni avverse (ADR).

I pazienti over 65 che ricevono una prescrizione farmacologica conseguente una dimissione da ricovero ospedaliero o visita specialistica ambulatoriale sono più del 50% del totale dei pazienti (circa 71.000 nell’anno 2019) che hanno accesso alla farmacia ospedaliera e, tra questi, più dell’80% sono pazienti over 75. I farmaci più prescritti negli over 65 sono farmaci che agiscono sull’apparato cardiovascolare e ipocolesterolimizzanti.

Il progetto, approvato dai Direttori Generali delle Aziende Sanitarie di Area Vasta:

  • descrive le classi farmacologiche maggiormente utilizzate nei soggetti anziani dimessi dai reparti di Medicina Interna e/o Geriatria degli ospedali e dei soggetti anziani domiciliari delle Aziende USL;
  • stima il grado di variabilità fra Unità Operative ospedaliere e tra Medici di Medicina Generale nella prescrizione di alcune classi di farmaci utilizzate come indicatori di scarsa appropriatezza prescrittiva; cioè indicatori – individuati dalla più recente letteratura scientifica – relativi a farmaci o associazioni di farmaci, prescritti nella popolazione anziana, che possono far ipotizzare un potenziale danno iatrogeno ai pazienti. Con “danno iatrogeno” si intende il pregiudizio alla salute, causato da colpa di un sanitario, che ha per effetto l’aggravamento di una lesione già esistente, a sua volta ascrivibile a colpa di un terzo o a cause naturali;
  • stima la prevalenza dei casi esposti a interazioni fra farmaci potenzialmente gravi; in altre parole stima la numerosità delle prescrizioni in cui i farmaci prescritti potrebbero potenzialmente interagire tra di loro, sulla base dei dati di farmacocinetica e farmacodinamica, e comportare un danno al paziente.

Le Aziende Sanitarie hanno l’esigenza di svolgere attività di monitoraggio, controllo e valutazione dell’efficacia dei trattamenti sanitari erogati, oltre che dell’appropriatezza e qualità dell’assistenza e dei fattori di rischio per la salute.

Il progetto, della durata complessiva di 18 mesi, prevede due estrazioni di dati nell’ambito del periodo individuato, e si stima che per ciascuna estrazione saranno ricavati complessivamente i dati relativi a 100.000 casi nell’Area Vasta.

In particolare per il S. Anna verranno prese in esame – per ciascun periodo oggetto dell’analisi – circa 700 prescrizioni (con un numero di farmaci prescritti maggiore o uguale a cinque) relative a pazienti dimessi, over 65, dai reparti di Medicina Interna e Geriatria e verranno valutate per ogni prescrizione eventuali interazioni tra farmaci potenzialmente gravi ed eventuali inappropriatezze prescrittive, definite da specifici indicatori, che potrebbero portare ad un danno ai pazienti. I dati dell’analisi saranno poi discussi e valutati in ciascuna Unità Operativa coinvolta.

Per il Sant’Anna sono stati coinvolti alla stesura del progetto la dott.ssa Anna Marra (Responsabile Area Farmaco dell’Ospedale di Cona) come componente della Commissione Farmaco AVEC, coinvolgendo il dott. Amedeo Zurlo e il prof. Stefano Volpato (rispettivamente Direttore e Dirigente Medico dell’Unità Operativa di Geriatria), da tempo attenti a questa tematica.

La problematica del potenziale danno iatrogeno derivante dalla poliprescrizione in pazienti anziani, infatti, è da anni all’attenzione della comunità scientifica internazionale e anche nella Provincia di Ferrara, che presenta un alta percentuale di popolazione anziana.

Nelle Aziende Sanitarie ferraresi sono stati condotti, negli ultimi 10 anni, diversi progetti di Farmacovigilanza attiva volti a individuare sia in contesti territoriali che ospedalieri prescrizioni potenzialmente inappropriate, con l’obiettivo di informare e formare il personale sanitario che opera in contesti geriatrici e internistici sui potenziali danni da farmaci in questo specifico setting di popolazione.

Nell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara tale tematica è sempre stata oggetto di attenzione e di studio da parte dei clinici. L’opportunità di un progetto che coinvolge tutta l’Area Vasta consente anche il confronto tra realtà differenti ma omogenee per intensità e setting assistenziale e di popolazione. I risultati dall’analisi verranno condivisi nelle singole Unità Operative per un confronto con i prescrittori nell’ottica di proposte di azioni di miglioramento.