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Posa di docking ottenuta per uno dei composti selezionati (Anagliptin) all’interno della cavità di PLpro

Negli ultimi mesi, lo sforzo globale per contrastare l’emergenza sanitaria da Covid-19 ha consentito la risoluzione strutturale, mediante cristallografia a raggi-X, di proteine coinvolte nella replicazione del SARS-CoV-2, tra cui la proteasi virale PLpro. La disponibilità di tali informazioni strutturali consente oggi l’impiego di tecniche di modellistica molecolare, dimostratesi, negli ultimi anni, particolarmente efficaci non solo nel velocizzare i processi di “drug discovery” ma anche per abbattere i costi e l’impatto ambientale ad essi correlati. In particolare, il riposizionamento in-silico di farmaci noti è oggi considerata la strada preferenziale per selezionare rapidamente promettenti candidati per successivi studi clinici.

Uno studio condotto dall’Istituto di cristallografia (Ic) del Consiglio Nazionale delle Ricerche pubblicato sulla rivista Frontiers in Chemistry ha consentito l’identificazione in-silico di 24 farmaci, approvati o in via di approvazione per la terapia di diverse patologie, come potenziali inibitori covalenti e non covalenti della proteasi virale PLpro. Lo studio ha preso in esame composti noti per aver raggiunto, per il loro effetto terapeutico primario, le fasi III e IV della sperimentazione clinica, e dunque caratterizzati da un ottimale profilo di sicurezza.

Per molte delle molecole selezionate, appartenenti a diverse classi farmacologiche come, ad esempio, quella dei modulatori dei recettori adrenergici (vilanterol, arformeterol e atenolol) o degli anticoaugulanti (edoxaban e rivaroxaban), sono stati ipotizzati profili polifarmacologici altamente desiderabili per il trattamento di pazienti affetti da Covid-19.

Lo studio rappresenta un valido punto di partenza per successivi test in-vitro che confermino la potenziale inibizione della replicazione virale e può aprire la strada a nuove strategie terapeutiche per contrastare l’infezione da SARS-CoV-2.