Ricercatori sviluppano un sistema innovativo per prevenire l’ipoglicemia nelle persone affette da diabete, utilizzando micelle reattive al glucosio per stabilizzare e rilasciare il glucagone solo in caso di emergenza.


Un nuovo approccio per la gestione dell’ipoglicemia nelle persone affette da diabete

L’ipoglicemia è una delle complicazioni più temute dalle persone con diabete che assumono insulina per gestire la glicemia. Quando i livelli di zucchero nel sangue scendono troppo, si può verificare una condizione pericolosa che causa vertigini, confusione, convulsioni e, nei casi più gravi, coma. Attualmente, il glucagone, un ormone che stimola il rilascio di glucosio dal fegato, è il trattamento d’emergenza principale per contrastare l’ipoglicemia grave. Tuttavia, le formulazioni di glucagone presentano delle criticità: sono instabili, si degradano rapidamente e spesso sono difficili da somministrare in modo tempestivo.

In questo contesto, un team di ricercatori dell’ACS Central Science ha recentemente annunciato una soluzione promettente: l’utilizzo di nanocapsule di glucagone incapsulato in micelle reattive al glucosio, una tecnologia che potrebbe rivoluzionare la gestione dell’ipoglicemia nelle persone con diabete.

La sfida dell’ipoglicemia e il ruolo del glucagone

Quando i livelli di zucchero nel sangue scendono pericolosamente, il glucagone agisce come un “segnale d’allarme” per il corpo. In pratica, esso stimola il fegato a rilasciare glucosio nel flusso sanguigno, ripristinando così i valori normali. Tuttavia, sebbene efficace, il glucagone presenta alcuni limiti significativi: le sue formulazioni attuali sono spesso instabili, insolubili in acqua e soggette a rapido deterioramento. Inoltre, le iniezioni di emergenza possono richiedere fino a 30 minuti per ripristinare livelli glicemici sicuri, un intervallo di tempo critico in situazioni di ipoglicemia grave.

Un’altra difficoltà è rappresentata dagli episodi notturni di ipoglicemia, quando il paziente, spesso addormentato, non è in grado di rilevare in tempo la caduta dei livelli glicemici. Queste problematiche rendono essenziale lo sviluppo di soluzioni più efficaci e tempestive per la prevenzione dell’ipoglicemia.

Il glucagone incapsulato per l’ipoglicemia indotta dall’insulina si dissolve quando i livelli di zucchero diventano seriamente bassi (meno di 60 milligrammi per decilitro, mg/dL), rilasciando l’ormone nel flusso sanguigno e innescando il rilascio di glucosio da parte del fegato. A livelli di zucchero normali (più di 100 mg/dL), le micelle rimangono intatte, mantenendo il glucagone inattivo.
CREDITO
Adattato da ACS Central Science 2024, DOI: 10.1021/acscentsci.4c00937

L’innovazione delle micelle reattive al glucosio

I ricercatori Andrea Hevener e Heather Maynard hanno studiato un nuovo approccio che potrebbe risolvere questi problemi, basato sull’incapsulamento del glucagone in micelle reattive al glucosio. Le micelle, bolle in scala nanometrica simili a sapone, sono comunemente utilizzate per la somministrazione di farmaci grazie alla loro capacità di reagire a diversi ambienti chimici.

Nel caso specifico, queste micelle vengono progettate per restare intatte nel flusso sanguigno quando i livelli di zucchero sono normali, proteggendo così il glucagone dalla degradazione. Tuttavia, quando i livelli di glucosio scendono sotto una soglia critica – meno di 60 milligrammi per decilitro, un livello pericoloso per chi soffre di diabete – le micelle si disassemblano e rilasciano il glucagone, ripristinando rapidamente la glicemia.

I risultati promettenti degli studi preclinici

Gli esperimenti condotti su modelli animali hanno fornito risultati incoraggianti. Nei topi, le micelle reattive al glucosio hanno dimostrato di disassemblarsi solo quando i livelli di glucosio nel sangue scendevano sotto i 60 mg/dL, una condizione che imita l’ipoglicemia grave negli esseri umani. Quando i topi con ipoglicemia indotta dall’insulina ricevevano l’iniezione delle micelle, i loro livelli glicemici tornavano alla normalità in soli 40 minuti.

Un aspetto interessante è che le micelle piene di glucagone rimanevano stabili nel flusso sanguigno e non rilasciavano l’ormone finché i livelli di glucosio non scendevano sotto la soglia critica. Questo meccanismo di rilascio selettivo non solo migliora l’efficacia del trattamento, ma riduce anche i rischi legati al sovradosaggio di glucagone o al rilascio non necessario dell’ormone.

Un ulteriore vantaggio è la sicurezza della tecnologia: nei test di tossicità condotti sui topi, le micelle vuote non hanno innescato alcuna risposta immunitaria, né hanno causato danni agli organi. Questo suggerisce che la nuova formulazione potrebbe essere sicura per l’uso umano, un elemento cruciale per lo sviluppo futuro del trattamento.

Implicazioni future e sfide da affrontare

Sebbene i risultati siano promettenti, gli autori dello studio sottolineano che sono necessari ulteriori studi clinici per determinare l’efficacia e la sicurezza delle nanocapsule di glucagone negli esseri umani. Se i risultati preclinici verranno confermati, questa tecnologia potrebbe rappresentare un passo avanti significativo nella prevenzione e nel trattamento dell’ipoglicemia.

La possibilità di iniettare micelle di glucagone che circolano nel flusso sanguigno e rilasciano l’ormone solo quando necessario apre nuove strade per una gestione più automatizzata e sicura del diabete. In particolare, questa tecnologia potrebbe risultare particolarmente utile per prevenire gli episodi notturni di ipoglicemia, quando il paziente non è in grado di rilevare una caduta dei livelli glicemici.

Nonostante le promettenti prospettive, rimangono alcune sfide tecniche da affrontare. La produzione su larga scala delle micelle, la loro stabilità nel tempo e la capacità di garantire un rilascio preciso in ogni paziente sono tutte questioni aperte che richiederanno ulteriori ricerche.

Conclusione

Il lavoro di Andrea Hevener e Heather Maynard rappresenta una pietra miliare nella ricerca sulla prevenzione dell’ipoglicemia. Se le micelle reattive al glucosio dimostreranno la stessa efficacia negli esseri umani come nei topi, si potrebbe assistere a una trasformazione radicale nel modo in cui le persone affette da diabete gestiscono i rischi legati all’ipoglicemia.

Con ulteriori studi clinici e perfezionamenti tecnologici, l’uso delle micelle potrebbe fornire una soluzione pratica, sicura ed efficace per prevenire pericolosi cali di zucchero nel sangue, migliorando così la qualità della vita di milioni di persone nel mondo.


L’abstract del documento sarà disponibile il 2 ottobre alle 8:00 ora orientale qui:  http://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/acscentsci.4c00937

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