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SemaforoGiorno felice quando per diverse ragioni tutto fila liscio e per il meglio, ed èquanto ho vissuto ieri in occasione dell’ultima visita di controllo per il diabete di questo anno 2013. L’avvio della giornata è stato di prassi: essere presente presso la struttura sanitaria alle ore 8.45 per espletare i rituali burocratici dell’accettazione con consegna del campione dell’urina delle ventiquattro ore e test glicemico. E tra l’accettazione e la visita la consueta fase d’intervallo chiamata d’attesa e variabile a seconda dell’affollamento e complessità delle situazioni dei diabetici presenti: spesso la differenza la fa chi arriva per la prima visita la quale porta via molto tempo.

Cosa rende peculiare una visita? La risposta è gioco forza è solo personale e nel corso del tempo e della moltitudine di anni trascorsi col diabete posso senza alcun dubbio affermare come in durante l’infanzia e la fase adolescenziale era la paura di soffrire causa del prelievo del sangue dal braccio, ma anche dal dito in quanto gli aghi impiegati all’epoca non andavano tanto per il sottile. Poi l’effetto ulteriormente nefasto ricadeva sulla visita in quanto tale e che sempre si concludeva con un nulla di fatto in termini di risultati fino a portarmi ad avere scoramento e rottura dei livello di tenuta nella sopportazione.

Oggi ho raggiunto la pace dei sensi e un certo equilibrio interiore e posso resistere a portare pazienza anche per più di sei ore nell’attesa, ma siccome osservo sempre l’ambiente circostante e da questo noto essere sempre presente una forma di impazienza e nervosismo tipico dei luoghi ove del domani non c’è certezza ma anche il presente mica scherza.
Un dato è cambiato ed evoluto rispetto alle reminiscenze: un tempo si arrivava al luogo della visita con ettolitri d’urina e nessun carteggio o documentazione relativa al decorso del diabete in ambito domestico. Oggi le parti si sono invertite:  portiamo un provetta con l’urina e la nostra cartella contenente il diario delle glicemie e insulina fatta del bravo e diligente diabetico, sia sotto forma cartacea che digitale, ma un fatto accomuna tutte le generazioni positivamente, ciascuno è attrezzato di documentazione, referti degli esami richiesti e molto altro ancora. Sembra passata un’era geologica da quando il vecchio medico diabetologo rimproverava di non aver portato nulla di documentazione e informazione clinica.

E per tornare al presente dopo una oretta scarsa d’attesa vengo chiamato per la visita, i passi tecnici sono scanditi dalla lettura e analisi del mio ricco diario del diabete e tracciati scaricati dal microinfusore e sensore glicemico, cui segue la stessa cosa per gli esami di laboratorio, la visita cardiologica con ECG e per finire le risultanze della fluorangiografia alla retina.

Il medico conferma l’ottima condizione del diabete e rimarca il dato della glicata, stabile, ferma al palo da ormai due anni. Pertanto non apporta modifica allo schema d’insulina e mi invita a rifare il controllo diabetologico tra tre mesi: marzo 2014 sempre con il risultato degli esami di laboratorio (glicata in primis). Non resta che chiudere il capitolo ciclo visite dell’anno uscente facendo gli auguri di buone feste al medico e a tutto il personale sanitario. Si gira pagina e prosegue il cammino.