In un recente studio della Queen Mary University di Londra, i ricercatori hanno scoperto che bere fino a tre tazze di caffè al giorno ha un effetto protettivo sulla salute del cuore.
Riduce anche il tasso di mortalità generale e il rischio di ictus.
Nello studio, il team ha analizzato i dati di 468.629 partecipanti alla biobanca britannica, che non avevano alcun record di malattie cardiache all’inizio del periodo di ricerca.
I partecipanti sono stati interrogati sulle loro abitudini di consumo di caffè e sul loro stile di vita in un questionario dettagliato e sono stati raccolti anche dati sui loro livelli di salute del cuore.
Sono stati divisi in tre gruppi: non bevitori di caffè, bevitori di caffè da leggeri a moderati e coloro che consumavano una quantità significativa di caffè al giorno.
Il team ha scoperto che il consumo di caffè da leggero a moderato era collegato a un rischio di mortalità generale inferiore del 12% e a un rischio di morte causato da malattie cardiache inferiore del 17% rispetto ai non bevitori di caffè.
Inoltre, bere da metà a tre tazze di caffè era collegato a un rischio di ictus inferiore del 21%. Il team ha anche scoperto che la maggior parte delle persone beveva caffè macinato o istantaneo.
Il caffè macinato in quantità moderate era collegato a un minor rischio di mortalità, ma questo beneficio non è stato riscontrato tra i normali bevitori di caffè istantaneo.
Utilizzando le scansioni MRI, il team ha scoperto che un consumo regolare di caffè da leggero a moderato è benefico per la salute del cuore, suggerendo che può rallentare i cambiamenti cardiaci legati all’età.
I ricercatori hanno anche scoperto che il tipo di caffè è importante in relazione ai benefici per la salute.
La ricerca ha anche scoperto che anche il caffè decaffeinato era associato a un minor rischio di mortalità per tutte le cause, il che suggerisce anche che non è solo la caffeina a svolgere un ruolo negli effetti positivi del caffè.
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La ricerca è pubblicata sull’European Journal of Preventative Cardiology ed è stata condotta dal professor Steffen Petersen et al.
