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Ottimizzare il tempo di vita con il diabete che se ne dica e voglia è una delle imprese quotidiane nella vita di un diabetico, e financo si arriverà a dare una terapia promessa un mondo diverso dove far vivere i nostri pensieri continueremo ad arrabattarci per restare sull’asse dell’equilibrio. I tempi sono segni tangibili della nostra evoluzione un po’ come il cibo:  una volta non ce n’era per tutti, la carestia, fame e malnutrizione era un dato di fatto quotidiano, tant’è alla base della feste fin dalla notte dell’uomo troneggiava il cibo e il bere con piacere poiché nelle restanti parti dell’anno nulla o quasi c’era da mettere sotto i denti.  L’antifona e la stessa per la vita poiché la malattia, qualunque fosse, portava a rapida morte.

Per migliorare la nostra vita con il diabete naturalmente dobbiamo sempre seguire i tre punti cardine: controllare la glicemia, fare una adeguata dose d’insulina da iniettare, mangiare informati, prendere le medicine e infine raccogliere, memorizzare le predette informazioni così da poterle analizzare e confrontare per noi stessi e il nostro diabetologo al fine di adeguare il programma terapeutico alla bisogna.

Tutto questo il linea teorica e di principio poi naturalmente la realtà è fatta di diverse sfumature e sfaccettature, da richiedere un approccio diverso e un metodo, un esempio pe tutti: l’annosa anzi secolare questione dell’effettivo riscontro sul controllo del diabete come cura e trattamento della patologia tra una visita e l’altra. Avere un dato certo sullo stato di risposta alle prescrizioni terapeutiche è centrale sia per allontanare il rischio di un aggravamento della malattia e l’insorgere di complicanze legate al mantenimento dello scompenso glicemico per un lungo periodo di tempo, che per il conseguente impatto negativo sui costi a carico della spesa sanitaria (ricoveri, esami, medicine, diagnostica, ecc.).

This file depicts the flag of a German Körpers...

Un esempio in tale contesto, semplice ma efficace ed efficiente, proviene dai nostri cugini d’oltralpe della Renania – Palatinato (Germania), in quel pezzo d’Europa da tempo le strutture pubbliche di diabetologia durante la visita di controllo del diabetico hanno contemplato nella procedura lo scarico dei dati dal glucometro del paziente sugli ultimi due mesi per avere una effettiva valutazione dell’andamento della glicemia in rapporto ai valori espressi sul diario cartaceo o digitale, che per verificare se il diabetico si tiene controllato e in modo adeguato alla situazione. A tal proposito in relazione all’effettivo consumo di strisce reattive e af

fini viene autorizzato un adeguato numero di materiale di ricambio così da evitare, limitare sprechi e costi aggiuntivi per l’erario pubblico federale, anzi così facendo la centrale acquisti del ministero della sanità tedesco è riuscita ad ottenere un costo inferiore a confezione delle strisce. Infine apprendo che in Germania, e non solo, gli strumenti autodiagnostici, come i glucometri, vengono periodicamente sottoposti a verifiche di affidabilità e debbono sottostare a precisi parametri biochimici entro i quali non ricevono il visto alla distribuzione da parte dei centri pubblici, in questo modo ai diabetici vengono rilasciati non trenta diversi apparecchi a pioggia, ma un serie di strumentazioni di cui è comprovata l’affidabilità e qualità, sicurezza per l’interessato.

Ecco questa testimonianza dalla Germania e frutto della concertazione tra Stato Federale, associazione dei diabetici e medici diabetologi penso dovrebbe rappresentare uno stimolo anche per noi italiani nel recuperare la necessaria ottimizzazione dei tempi di vita con il diabete.