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Sono, siamo tempestati, ogni giorno da gridi di allarme, appelli, titoli sul web, sui media tradizionali, dai contenuti apocalittici circa l’epidemia, la pandemia, del diabete (tipo 2) che imperversa nei paesi ricchi e alimentati e comincia a prendere anche nelle nuove realtà (Cina ed India in testa). Dopo tanti allarmi, ansie e preoccupazioni che fare? Semplice: si va al supermercato a fare rifornimento e non importa in che reparto alimentare; solo per fare un esempio.

L’epoca umana è contrassegnata da fasi alterne di libertà e repressione: prima il proibizionismo con l’alcol, e adesso si beve alla grande; poi la droga, il fumo e adesso il mangiare. Ma rispetto a quest’ultimo resta un problema: fin quanto dura?

Sì perché il fenomeno dell’ingrassamento di massa, del diabete di tipo mondiale, è cominciato con l’avvento della grande distribuzione, e il fatto si sta allargando a macchia d’olio su tutto il pianeta. Quindi di fronte all’equazione supermercato = ciccia = diabete ed altro ancora, c’è si l’aspetto sanitario del problema, che lo si affronta non con la repressione (di dubbia utilità), ma cercando modi diversi di fare produzione alimentare a livello industriale.

Il mio vuole essere un semplice contributo alla riflessione 🙂