Io mangio fuori casa, a pranzo, 7 giorni su sette, e so di essere in buona compagnia, perché sono sempre più le persone che non mangiano in casa, non solo a pranzo ma anche a cena, e addirittura a colazione. Io mi limito, mio malgrado, a farlo solo a mezzogiorno. E so bene che questo stile alimentare non è a costo zero per il diabete, anzi se non controllato il pasto fuori casa può rappresentare una serie minaccia per il compenso dello zucchero nel sangue, così da portare ad uno scompenso diabetico. Allora che faccio? La prima regola che metto in opera, quando mangio al self service (che per fortuna ha un menù vario per le più svariate esigenze) è prendere i piatti meno elaborati o sconditi, ad esempio: un risotto al pomodoro oppure ai funghi, verdure lesse da condire; ma anche formaggio e insalata con un pezzo di pane o un frutto. La seconda regola: se non ci sono piatti adeguati al mio stile alimentare, allora mi porto il mangiare da casa, che dal punto di vista nutrizionale è sempre la cosa migliore. E debbo dire che fino ad ora i risultati della mia emoglobina glicata (HbA1C), e di converso del mio compenso diabetico, mi hanno dato ragione.