E’ di questi giorni la notizia che il diabete a livello mondiale colpisce 250 milioni di persone ed in Italia sono tre milioni i diabetici. A questo punto viene spontaneo dire: più siamo peggio stiamo; è questa una considerazione che viene naturale poiché da una lato la patologia richiede una serie di pratiche quotidiane da esercitare per avere un controllo decente dalla salute, un insieme di esami e percorsi diagnostici da effettuare nell’arco dell’anno; e la diffusione di massa del diabete comincia a far andare in tilt le strutture sanitarie, a cominciare proprio dall’assistenza sanitaria di base.
Di quanto asserisco faccio degli esempi pratici: fino a non poco tempo fa la cosiddetta visita di controllo la facevo mediamente ogni 3, 4 mesi; oggi la cadenza è diventata semestrale, e lo stesso ragionamento vale per altri appuntamenti diagnostici che negli ultimi due anni non mi sono stati prescritti oppure dilazionati nel tempo: come l’esame del fondo dell’occhio, la visita cardiologica e nefrologica, l’ecografia addominale.
Per chi è adulto o comunque se lo ricorda il programma televisivo di Renzo Arbore: Quelli della notte, c’era Catalano che diceva: meno siamo meglio stiamo! Perdonate l’ironia.