I ricercatori dell’Università di Helsinki, Finlandia, hanno trovato una correlazione tra  nuovi casi di diabete giovanile, tipo 1,  e aumento della sua comparsa nei mesi invernali, freddi.

Lo studio ha analizzato i dati di 31.000 bambini di 105 centri diabetologici  in 53 Paesi così da rilevare un nesso tra la stagione fredda e l’insorgenza di diabete di tipo 1. Dei 42 centri che mettono in evidenza  questo trend stagionale, 28 centri hanno avuto picchi in inverno e 33 avevano cali in estate.

I risultati di questa ricerca sono stati riportati sulla rivista ‘Diabetic Medicine‘.

Un dato chiaro riguarda proprio la Finlandia, ovvero il paese al mondo con la più alta percentuale di crescita del diabete tipo 1, e notoriamente uno dei luoghi più freddi del nostro pianeta. Un’altra osservazione più empirica: la comparsa dei sintomi di comparsa del diabete li cominciai ad avvertire nel febbraio del 1964 (ed era un rigido inverno), così come altri compagni di patologia ricordo hanno visto il nascere della malattia nei mesi invernali.
Nel suo libro “Survival of the sickest”, il dottor Moalem suggerisce che il diabete “può aver aiutato i nostri antenati europei sopravvivere al freddo improvviso dell’era glaciale”.

Va bene ma come esattamente? Di fronte a temperature fredde, il dottor Moalem afferma che i corpi dei nostri antenati’ hanno rallentato la loro produzione d’insulina, consentendo di aumentare il livello di zucchero nel sangue loro, così da sopportare meglio le temperature rigide. I nostri antenati avevano anche qualcosa chiamato “grasso bruno”, un tipo di grasso che genera calore fintanto che è combustibile. A differenza di molti altri tessuti, non ha bisogno d’insulina per portare lo zucchero nelle sue cellule. Il problema è che la maggior parte di noi non hanno molto più grasso bruno, E quelli che ne hanno abbastanza sono coloro che vivono in modo permanente nel freddo estremo, come gli abitanti degli igloo. Con la nostra tecnologia moderna, il costante riscaldamento nelle nostre case e automobili, non siamo più esposti a questi tipi di freddo.

In sostanza, il loro diabete funzionava come un anti-gelo, e poiché avevano molto grasso bruno, le loro glicemie non hanno mai raggiunto livelli critici e sono stati in grado di sopravvivere.

Il che ci riporta a capire il fenomeno finlandese e perché alla maggioranza  di noi hanno diagnosticato tra novembre e febbraio il diabete tipo 1. Potrebbe esserci una reazione evolutiva latente per il freddo così da mettere in pista nel nostro corpo il diabete? E ‘stato teorizzato che il diabete è una combinazione di fattori genetici e ambientali. Può uno dei fattori genetici essere legato all’adattamento da migliaia di anni fa? E il fattore ambientale potrebbe essere semplicemente il freddo? Oggi in noi il grasso bruno ha lasciato spazio a quello bianco e quel regolatore naturale d’un tempo è forse la causa determinante del nostro essere diabetici? Tante domande, e qualche risposta comincia ad arrivare. Cosa ne pensate?

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