L’argomento salute oggi dominante nel nostro vivere quotidiano, anzi un vero e proprio tormentone presente come una cataclisma atmosferico dentro a ogni media, nuovo o vecchio che sia, dai giornali alla rete per intenderci, mette in evidenza una serie di realtà: la popolazione, prescindere dall’età, è composta a maggioranza qualificata da gente in età matura e avanzata che cerca di poter allungare il proprio calendario esistenziale e il motivo per cui il diabete riceve tanto interesse da parte del cittadino è dettato proprio dall’essere una patologia silente, subdola e alla lunga logorante quando non affrontata e saputa gestire in modo adeguato.
Il punto fermo di oggi riguarda la consapevolezza individuale di come l’ambiente, di cui siamo parte integrante, determina in buona parte il nostra stato di salute presente e futuro. Solo per fare un esempio di come il nostro habitat incide concretamente su di noi basta pensare alla nostra dipendenza pressoché totale dalle macchine, che siano le auto, i sistemi di elaborazione delle informazioni digitali, le strumentazioni di controllo e sicurezza dei luoghi condivisi e per la produzione, nella stessa salute umana i processi di diagnosi oggi tendono sempre più ad essere gestiti tramite marchingegni, semplici o complessi che siano.
Lungo queste videate ho trattato altre volte dell’argomento telemedicina applicato al diabete, ma le applicazioni sono riconducibili ad altre patologie, e domenica scorsa nell’inserto settimanale dedicato alla salute del quotidiano “Il Corriere della Sera” è stato pubblicato un articolo e servizio speciale proprio in proposito che consiglio di leggere, per cercare di comprendere dove si sta dirigendo la medicina umana.
E noi diabetici dove potremo dirigerci? Certezze personalmente non ne ho, ma vista la tendenza in atto nel presente magari verso un bel centro benessere “ad hoc”, dove praticare esercizi aerobici e altre applicazioni similari.