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Lo scorrere del tempo alla lettura delle notizie e fatti riguardanti la salute umana e del pianeta in cui viviamo fa ritrovare il più delle volte le stesse informazioni un esempio per tutte: il tormentone del caldo quando è estate, con tutti i soliti consigli e raccomandazioni: poi altro luogo comune sulle mezze stagioni che non ci sono più e per quanto riguarda l’inverno il discorso è più problematico a seconda delle condizioni provocato dall’effetto serra, dal vulcano di recente erruzione , oppure dall’effetto tsunami o ancora e per finire, al momento, l’incidenza delle tempeste solari sempre più frequenti accidenti. Comunque anche il nostro microclima incide molto, si perché passar dai 37° gradi a i 20° di un locale con l’aria condizionata che pompa di brutto puoi lasciarti di stucco, e non è uno scherzo.

Ma per tornare al diabete, dicevo come capita di trovare nel mucchio una notizia interessante da approfondire e nel caso di oggi estraggo il titolo del diabete tipo 3. Lo spunto viene dalla lettura proveniente da: tutta salute.net a firma di Daniele Lisi che linko di seguito http://www.tuttasalute.net/8552/il-mistero-del-diabete-di-tipo-3.html

“Il diabete di Tipo 3, che è considerato un diabete  specifico  del cervello, non è del tutto compreso e rimane un mistero. Diagnosi e cure rimangono nelle fasi iniziali, e sono necessari ulteriori studi per comprendere appieno come aiutare le persone con diabete di tipo 3, nonché il suo collegamento al morbo di Alzheimer e le varie forme di demenza.” Ora non mi addentro nello specifico del dibattito scientifico, accademico circa l’esistenza o meno di un “diabete tipo 3” in quanto a tal proposito a me risulta come questa eventuale nuova tipologia non sia altro che una possibile e ulteriore degenerazione in età avanzata del tipo 2 e quanto concerne il tipo 1 il rischio di incorrere nella demenza è più probabile si presenti dove sono state le frequenti le manifestazioni ipoglicemiche nel corso della vita del diabetico. D’altronde sono già noti da tempo gli effetti logorativi sui vai sanguigni dello scompenso glicemico, se trascurati per molto tempo e quindi il loro impatto può incidere nella fase avanzata dell’età nella cognizione e tenuta della stessa.

Che fare allora? La migliore prevenzione è sempre costituita dal tenere a bada e in buon compenso la glicemia, oltre a evitare il più possibile di incappare nelle crisi ipoglicemiche, ecco le poche e semplici regole da tenere a mente per un diabetico, così da allontanare lo specchio di ulteriori spauracchi e complicanze. Ed infine arricchire il già vasto catalogo di paralogie con un diabete 3 francamente non mi pare il caso, già la vita ce la rendiamo complicata perché perseverare?
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