Leggo dalle notizie pubblicate dall’agenzia ANSA di martedì 13 settembre 2011 diverse notizie provenienti dal congresso europeo della Società di Endocrinologia tenutosi a Lisbona Nel 30% dei malati di diabete di tipo 1 (di tipo giovanile), circa 100mila italiani, si hanno tutte le sintomatologie del diabete di tipo 2 (quello che si sviluppa in eta’ adulta ed e’ il piu’ comune). E viceversa il 4% dei pazienti con diabete di tipo 2 ha le complicanze del diabete di tipo 1, quello insulino dipendente. Al punto che la comunita’ scientifica riunita a Lisbona al 47mo Congresso Easd comincia a parlare di diabete uno e mezzo. Lo ha detto Stefano Del Prato, vice presidente in pectore della Società europea di endocrinologia e presidente eletto Sid, Società italiana diabete, nel sottolineare che “esiste una commistione sempre maggiore tra il cosiddetto diabete giovanile e quello definito adulto”. Perché? Già la definizione di diabete è spesso confusa, con il trionfo sovrastante tra la gente dei luoghi comuni, e catalogare una patologia con “taglie diverse” potrà aiutare gli specialisti – forse – ma dubito abbia delle ricadute efficaci sul singoo diabetico. Io ritengo sempre attuale è più chiara la suddivisione dei diabetici tra insulinodipendenti e non insulinodipendenti.
Che il mio corpo tenesse memoria lo avevo capito da molto tempo ormai per tante ragioni qui difficili da sintetizzare, e la stessa conclusione l’ho tratta per quanto riguarda il diabete. Infatti se restiamo in scompenso glicemico per molti anni risalire la china finisce per richiedere tempi ancor più lunghi dovuti sia all’età anagrafica dell’individuo come all’anzianità di vita con la patologia. E la scienza conferma la saggezza del diabetico difatti leggo da questa nota d’agenzia (ANSA) – LISBONA, 13 SET – L’iperglicemia e la trascuratezza nei controlli di prevenzione del diabete lasciano la loro impronta sul fisico che ha “memoria metabolica”. Lo afferma Antonio Ceriello, esperto italiano presso l’Istituto di ricerche biomediche di Barcellona al Convegno europeo sul Diabete in corso a Lisbona. Secondo i suoi studi anche chi si sottopone a cure rigorose ma tardive riesce a far tornare normale la glicemia, ma continua a produrre radicali liberi.
Per concludere la digressione informativa viene da dire come alla fine della fiera e delle ricerche biomediche l’unica certezza è: tenere sempre sotto controllo e compenso la glicemia per stare bene con il diabete e cercare di godere di vita lunga e serena.
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