La settimana che fa da vigilia all’edizione 2011 della giornata mondiale del diabete, appuntamento fissato per i giorni 12 e 13 novembre, fa sorgere una serie di riflessioni circa le varie sfaccettature della ricerca messa in campo sia per trovare miglioramenti terapeutici nei confronti della malattia come l’approdo ad una soluzione remissiva della stessa condizione. La domanda ricorrente per quanto riguarda l’area europea e italiana è: quante risorse vengono investite per la ricerca nel campo del diabete? Negli anni scorsi ho fornito dei dati frutto di elaborazioni prodotte da organizzazioni non governative e comunque un valore quantitativo definito sembra al momento non disponibile, probabilmente l’ammontare di risorse e mezzi impiegati in tale campo deve essere a livelli minimali, tali da rappresentare poca cosa nel contesto globale. La prospettiva italica circa gli investimenti in campo diabetico rischia anzi di essere ulteriormente compromessa dalla crisi finanziaria di uno dei centri d’eccellenza presenti nella penisola e rappresentato dal San Raffaele di Milano, ma per fortuna il fattore P regge bene la sfida. Infatti a Pavia e Padova il triage del cosiddetto pancreas artificiale sta fornendo buoni risultati sul campo.  Nell’anno in cui ricorre il 90° anniversario dalla realizzazione dell’insulina come farmaco, la stessa rappresenta sempre e comunque la chiave di volta di tutto il cerchio diabetico, al di là delle svolte nel campo del ricerca biomedicale, quindi l’obiettivo rimane di poter far ripartire la produzione autoctona nei diabetici di tipo 1. Ancora un altro dato mancante all’appello nel sostegno alla ricerca pro diabete riguarda l’ammontare del denaro raccolto nella campagne di “fundraising” dispiegate sia a livello nazionale che locale e la qualità intrinseca delle iniziative sostenute. Il capitolo appena definito è molto difficile da disegnare causa la mancanza di autorità indipendenti in grado di esercitare un controllo e rendicontazione affidabile  in questo settore, aiutato dalla frammentazione estrema in cui versa il mondo associativo diabetico, con particolare riferimento alle organizzazioni dei malati. La strada da fare per rendere chiara e trasparente la struttura e i fondi della ricerca a favore del diabete in Italia è ancora lunga, anzi in suoi certi aspetti non è neanche cominciata. Gli eventi come la giornata mondiale del diabete possono essere una buona ragione per dedicare attenzione a questa fetta del cerchio blu, cosa non da poco direi.
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