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Marching

Oggi si parla dell’importanza per la salute umana del movimento, dello svolgimento di attività fisica quotidiana, di fare sport per tenerci in forma e stare bene; prevenire patologie cardiovascolari, diabete tipo 2 e obesità L’energia e la forza prima di tutto di volontà, è dentro di me, di noi, poi avremo la spinta per metterla in pratica e muoverci. La predetta considerazione è fatta poiché dell’esigenza di muoversi e della coerente messa in pratica c’è un burrone tra il sogno e realtà. A parole siamo tutti in movimento, nella verità solo un 20% lo fa.

Ma cosa fa bene al diabete tipo 1 come esercizio fisico? L’attività aerobica, ovvero camminare: fa bene al cuore, ai polmoni, alle ossa, tonifica i muscoli, migliora la circolazione, combatte lo stress e ottimizza l’umore. Camminare è l’atto fisiologico per eccellenza. La cosa che ci viene più naturale di fare, senza sottoporci a sforzi eccessivi e senza il rischio quindi di traumi. Trenta, quaranta minuti, tre volte la settimana o meglio ancora tutti i giorni a passo sostenuto e i risultati potranno sorprendere. Camminando si favorisce la deposizione di sali di calcio che proteggono in parte dall’osteoporosi. La marcia a passo sostenuto contrasta anche il diabete di tipo II, infatti camminare aumenta il metabolismo degli zuccheri e l’organismo produce più insulina. Uno studio dell’Università di Osaka ha dimostrato che una camminata di 20 minuti al giorno per 5 giorni la settimana riduce del 12% il rischio di ipertensione e malattie cardiovascolari. Il movimento aumenta la frequenza cardiaca, il sangue viene velocizzato nel suo circolo e, a livello periferico aumenta il numero e il diametro dei capillari arteriosi; quindi calano le resistenze e quindi diminuisce la pressione sanguigna e i depositi di grassi nelle arterie. Camminare inoltre fa dimagrire ma bisogna ricordare che l’organismo inizia a bruciare i grassi solo dopo circa 20 minuti di marcia, garantendo la perdita di circa 200 calorie l’ora, quindi per perdere peso bisogna camminare almeno 20-30 minuti senza interrompere il movimento. Inoltre quando i grandi muscoli del corpo sono in movimento aumenta anche la produzione di alcune molecole come beta2 endorfine e serotonina, oppioidi naturali dall’azione antidepressiva e antidolorifica. E’ preferibile scegliere percorsi nel verde, evitando il traffico cittadino : vedo spesso persone affannate ai bordi delle strade : che serve ossigenarsi in mezzo alle auto che soffiano i loro veleniferi fumi? Le parole d’ordine dovranno essere metodo e costanza. Prima di fare esercizio è preferibile mangiare alimenti ricchi di zuccheri non raffinati (pane, pasta, fette biscottate con poca marmellata, etc..) e durante la marcia è preferibile bere un bicchiere d’acqua ogni 15 minuti per reintegrare i sali persi con il sudore.

Quando ero giovane e fino alla comparsa dell’artrite reumatoide praticavo come disciplina la marcia a livelli base (massimo distanza 20 km). Una pratica ideale per me come diabetico e siccome ho constatato come poco o niente affronto l’argomento dell’esercizio fisico in questo spazio voglio recuperare il gap di slancio, anzi a passo di Marcia.

Per chi non lo sapesse la marcia consiste in una progressione costante ed armonica di passi eseguita in modo tale che il marciatore mantenga (sempre) il contatto con il terreno almeno con uno dei due arti inferiori, senza che si verifichi una perdita di contatto evidente (cioè percepibile dall’occhio umano); in pratica non è presente una fase di sospensione, a differenza della corsa. La gamba avanzante deve essere tesa (cioè non piegata al ginocchio) dal momento del primo contatto con il terreno sino alla posizione verticale per non andare in sbloccaggio. Questa disciplina richiede un grande sforzo durante gli allenamenti, tanto che i carichi alla settimana possono arrivare, per gli atleti di alto livello, anche a un centinaio di km (ma non era il mio caso).

Oggi fare un attività simile è senz’altro più agevole per un diabetico, grazie alle strumentazioni in dotazione per evitare l’insorgere di crisi ipoglicemiche lungo il percorso (vedi Holter glicemico), pertanto remore, dubbi e resistenze per non intraprendere l’attività fisica sono fuori luogo.