Caspita nel mio vagabondare tra una fine ed un inizio d’anno e buoni propositi, aspirazioni, espiazioni, suggestioni e molto altro ancora, mi sono scordato di controllare i flussi bioritmici del mio diabete. Lo so mi direte: ah ti abbiamo beccato! Rompi tanto gli zebedei a tutti quanti poi colto in flagrante per te ti riveli negligente. Ed io replico: giusta osservazione. Sapete una cosa: da quando ho il sensore glicemico integrato con il microinfusore, e durante le festività di fine anno ne ho fatto ampio uso con il massimo di copertura, sto mantenendo livelli ottimali di compenso glicemico mai conosciuti in cinquant’anni di malattia. Insomma per farvela breve la media nella settimana natalizia è stata pari a 151 mg/dl, senza alcun picco iperglicemico o ipoglicemia. Un altro bel passo avanti nella mia lunga e breve storia con il diabete, ma l’altro fatto che amo sottolineare con l’emancipazione raggiunta grazie all’ottimizzazione nell’impiego dello strumento riguarda la riduzione dello stress da autocontrollo glicemico: ovvero il monitoraggio lo faccio ugualmente ma con minore intensità e in relazione all’andamento della curva elaborata dall’Holter.
Capisco bene che quanti leggono il post e fanno insulina in modo tradizionale, ovvero con penna a schema variabile e multiplo non troveranno di alcun interesse la dissertazione odierna. Invece da quanto sto vivendo l’esperienza da microinfuso ricavo dei riferimenti utili anche per coloro che fanno la puntura e si trovano a dover gestire situazioni difficili in presenza di pasti complessi come quelli natalizi o per occasioni speciali (banchetti matrimoniali, feste, anniversari, ecc.). Un esempio pratico: con un pasto abbondante di carboidrati, circa 120 grammi, in regime di insulina multipla con un rapporto di 1 unità per 10 grammi di cho avrei probabilmente fatto 12 unità complessive di rapida. Ora conoscendo la dinamica della curva glicemica come mi comporterei? Naturalmente prima di decidere quanta insulina fare occorre conoscere il livello di glicemia e pertanto controllarla . Se alla vigilia del pasto il valore è normale, ad esempio tra 120 e 150 mg/dl con un apporto di carboidrati pari a 120 grammi ritorno allo schema poc’anzi rappresentato ovvero 12 unità di insulina rapida, ma anziché farle tutte d’un botto articolerei la loro somministrazione. La metà subito prima di cominciare a mangiare e le le altre sei spezzettate in tre parti: due mezz’ora dopo la fine del pasto altre due dopo due ore e le ultime due quattro ore dalla fine del pranzo. Ecco tale schema è solo per fare un esempio su di un adulto maturo con diabete tipo 1 complicato da gastroparesi e che ha un’assimilazione lenta dei nutrienti contenuti nel pasto, pertanto ricordiamoci bene come ogni situazione è a se stante e dovete sempre parlarne con il vostro medico diabetologo di riferimento, e mai poi mai azzardarvi a prendere iniziative in proprio per non incorrere in guai seri alla vostra salute.
Bravo ma tu hai il sensore che ti guida e noi invece stiamo senza come facciamo a regolarci, ci dobbiamo fare tremila buchi nella dita per fare il disegnino della curva? Giusta e pertinente osservazione: ma l’Holter glicemico non è gioco forza abbinato al microinfusore, anzi viaggia da solo e come diabetici in presenza di evidenti difficoltà nel capire la curva e il suo andamento possiamo chiedere di farci impiantare per un determinato periodo di tempo lo strumento proprio per riuscire a studiare meglio l’andamento e la reazione della glicemia nelle 24 ore per meglio assestare e migliorare lo schema d’insulina da somministrare nel corso della giornata.