I confini sono una linea immaginaria fissata dall’uomo per ragioni sia materiali che mentali: essi rappresentano un limite che per qualcuno significa non andare oltre, invece per altri invece infrangerlo proprio per vedere e capire cosa c’è. Ecco la ragione alla base del progresso scientifico e dell’evoluzione umana c’è il bisogno di esplorare e conoscere, andare oltre, rimettersi in discussione e per far tutto ciò adattarsi all’interno di un processo personale di equilibrio tra forza e intelligenza.
Se penso ai tanti anni passati assieme al diabete e alla convivenza, dura, con una visione circostante patetica della malattia mi viene da star male. Vedete il vero e drammatico limite imposto e comunicato a un bimbo praticamente nato con la predetta patologia era dover vivere di rinunce e limiti, paure, come ho già espresso in molteplici occasioni; e tradotti in una parola semplice, autentica: vuol dire castrarlo sul nascere. Nessuno è perfetto e di deficienti, persone patetiche per opportunismo e convenienza ne strapieno, in overdose, il nostro territorio, ma il problema sta proprio qui: il troppo stroppia e si finisce poi per allagare il terreno circostante buttando via il bimbo con l’acqua sporca, come sta accadendo nel frangente attuale della nostra storia.
Nel corso della mia vita di errori ne ho fatti a milioni e continuo a farne, ma uno cosa giusta l’ho fatta: con il diabete agire sempre senza essere succube, dipendente da medici, paramedici, esperti più o meno tali e molto altro ancora; e proprio a causa dell’avvio ben poco idilliaco attraversato con la malattia, nonché dalla mancanza di supporto in generale ebbi modo di dover, per forza di cose, contare solo su me stesso.
Per fortuna la vita scorre e si evolve, così tornando ai giorni nostri, pur restando vivi gli aspetti di criticità insiti nella malattia, è chiaro il significativo progresso personale fatto con il diabete e toccabile, evidente ogni giorno di più che passa, grazie alla tecnica di somministrazione dell’insulina in primo luogo.
E apro la settimana che porta a metà del mese di gennaio con un importante risultato di stabilità costante del buon compenso glicemico: sono quindi giorni da ricordare poiché senza precedenti nella mia veneranda storia assieme al diabete. La media dei valori riportati la settimana scorsa era pari a 148 mg/dl, e la stessa sulle prime due settimane è uguale a136 mg/dl.
Dopodomani vado a fare gli esami di laboratorio i cui referti serviranno per la visita di controllo del diabete, pertanto fra pochi giorni sarà disponibile il primo risultato della glicata del nuovo anno: si accettano scommesse sul valore, ma al di là della cifra aritmetica un primo importante goal l’ho già fatto e ottenuto con medie superlative mai registrate in precedenza. La strada aperta va mantenuta, ma una volta intrapresa il tracciato è segnato in bene, certo ci saranno delle buche, ma io non mi faccio imbucare. Buona settimana.