E’ giunto il momento di fare una riflessione da diabetico sul mio modo d’essere e fare con la malattia. D’accordo sul fatto che il diabete è un malattia per cui è richiesta la compartecipazione paziente e/o famigliare, medico. D’accordo che per la massima parte del tempo siamo soli a doverci barcamenare con glicemia, insulina, alimentazione. Ma premesso tutto questo capire e interpretare gli esami di laboratorio è compito del medico che ha cura il cittadino assistito. I valori dei test ematici, infatti, molto raramente dicono qualcosa presi singolarmente; possono assumere un vero (e attendibile) significato solo se visti nel loro insieme e associati alle condizioni per le quali sono stati richiesti, e alle caratteristiche del diabetico, coi suoi sintomi, la sua età, razza ecc.
L’interpretazione, infatti, è una operazione molto complessa che tiene conto delle caratteristiche dei pazienti (adulti o bambini), delle variazioni rispetto al risultato precedente più che rispetto ad un particolare valore di riferimento standard, del risultato di altre indagini richeste per quello specifico problema clinico (es indagini strumentali radiografiche o ecografiche). Mettendo insieme tutte queste informazioni il medico ha il compito di fare una sintesi e cercare di formulare un’ipotesi diagnostica e piano terapeutico laddove necessario.
L’andamento della glicemia e il suo valore ci serve per capire in che direzione stiamo andando ed evitare una ipoglicemia o iperglicemia, ma per cercare di sapere se il nostro organismo è logorato da altri processi infiammatori o complicanze non basta leggere da sola la glicata: il quadro e parametri di riferimento è ben più articolato e complesso. Teniamolo a mente e agiamo di conseguenza e senso di responsabilità.
E proprio traendo spunto dal senso di responsabilità verso noi stessi e gli altri voglio fare una considerazione circa il fenomeno “Libre”, il nuovo rilevatore di glicemia a scansione tramite sensore marcato Abbott: è una innovazione importante vero ma non dobbiamo accedervi senza consulto medico del nostro specialista diabetologo, poiché non è un tamagotchi di ultima generazione, passi la mania di avere l’ultimo glucometro alla moda, ma nel caso del Libre lo strumento ha un senso e una logica solo con la condivisione del processo di elaborazione e conduzione dei dati col medico. Ricordo solo, ad esempio, l’AGP Ambulatory Glucose Profile, ovvero il software che consente al medico di capire con una chiarezza mai vista prima l’andamento e la dinamica glicemica del suo assistito, così da prendere le decisioni del caso con poco tempo.
Se ci compriamo il gingillo per i fatti nostri liberi di farlo, ma rischiamo di trovarci con un gadget in mano e senza poi poter fare altro, come è già successo a chi per i fatti propri s’è comprato il microinfusore griffato a insaputa del medico che alla fine ha la responsabilità professionale, civile, penale delle scelte compiute, e deontologicamente non deve “accontentare” le paturnie e pretese di questo e quello.