E’ tradizione del “Il Mio Diabete” pubblicare il venerdì un post con una ricetta gastronomica per terminare la settimana in pienezza e gusto, ma francamente oggi interrompiamo la consuetudine poiché ci pare ridicolo e fuori luogo andare a proporre piatti di qualsiasi forma e foggia al culmine delle libagioni natalizie portate a tavola.
Grandi, grossi e voraci, ma senza i classici problemi che affliggono gli esseri umani obesi. Proprio per questo motivo gli orsi sono oggetto di studio da parte dei ricercatori americani: possono infatti permettersi di ingrassare senza ammalarsi. Il dottor Kevin Corbit, scienziato che produce medicine alla Amgen (società di biotecnologie con sede a Thousand Oaks, in California) sta studiando i grizzly. Pensa infatti che le informazioni raccolte da questi animali possano aiutare a comprendere il problema dell’obesità e individuare nuove possibili soluzioni e cure.
Gli orsi possono ad esempio ingerire 58.000 calorie al giorno e permettersi di raggiungere un peso di 450 chili senza alcun problema per la loro salute. “Quando penso all’obesità, dice scherzosamente il Dott. Corbit, penso all’orso Yogi. Nelle settimane prima del letargo, gli orsi mettono via abbastanza mele, frutti di bosco e salmone per ingrassare una cinquantina di chili circa. Il loro colesterolo così sale, come la loro pressione sanguigna. Ma a differenza degli esseri umani, la loro salute non ne soffre. Le arterie degli orsi non si intasano quando si rimpinzano, né gli animali soffrono di attacchi di cuore o diventano diabetici.
Perché gli orsi possono ingrassare senza ammalarsi? Si sta cercando di rispondere a questa domanda, sperando di aiutare gli uomini che soffrono di malattie cardiache e di diabete. Per fare questo i ricercatori – non senza difficoltà – prelevano parti di tessuto adiposo e monitorano il loro battito cardiaco.
Ci sono pochi posti disponibili per lo studio di questo tipo di orso. Il dottor Corbit viaggia dalla California fino ai laboratori della Washington State University perché, sostiene, sia l’unica struttura al mondo che ospita grizzly adulti per la ricerca.
Gli studi mostrano che questi animali rispondono a un eccessivo aumento di peso in modo diverso rispetto a molte persone. Sembra infatti che regolino la loro sensibilità all’insulina, l’ormone che controlla le quantità di grassi e zuccheri negli alimenti. Gli orsi sono più sensibili all’insulina mentre ingrassano. Tuttavia quando cadono in letargo, un paio di settimane più tardi, spengono del tutto la loro reattività all’ormone. Adesso la sfida di Corbit è quella capire il funzionamento di questo meccanismo. E magari rivoluzionare il modo di combattere diabete e malattie cardiache.
Il letargo è un comportamento caratteristico di alcuni mammiferi e rettili che durante la stagione fredda riducono le proprie funzioni vitali e rimangono in stato di quiescenza. Durante questo periodo si nutrono di riserve di grasso immagazzinate durante i mesi autunnali. Fra gli animali che vanno in letargo ricordiamo gli orsi, i procioni, i gliridi, i pipistrelli, le tartarughe di terra del genere Testudo ed altri rettili.
Durante la fase letargica, la temperatura corporea dell’animale si abbassa, di poco in alcune specie (passando da 37 a 31 °C negli orsi) fino a raggiungere anche i -2 °C in altre specie. Occorre però precisare che quello degli orsi non è un vero e proprio letargo. Il ricovero degli animali che vanno in letargo si chiama generalmente tana.
Per noi esseri umani forse la chiave di volta, oggi, è rappresentata non tanto dal letargo, impossibile per la nostra specie, ma da periodi di stop alimentare o meglio di digiuno così da riequilibrare e normalizzare il metabolismo? Una occasione per riflettere.