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ipoglicemiaI lidi di marzo sono deserti come le nostre emozioni esportate nei porti indocinesi durate la stagione dei monsoni, su imbarcazioni approssimative che fanno resistere la merce nelle stive. Dove sei tu ancora nevica ed a Andalo scorrazzi libero di aprire la pista mentre gente e fauna assiepati applaudono alle tue imprese caro amico marzolino e birichino. Io invece sto qua ad aspettare un autobus che, nella media dei trasporti pubblici europei, passa ogni mezz’ora come il programma televisivo di Lucia Annunziata. E comunque la pensiate, è e sarà una splendida giornata.

Volete sapere la ragione di tale splendore? Presto detto e fatto. Grazie all’impiego ottimale e intelligente del microinfusore e sensore glicemico per la prima volta nella mia vita di diabetico, dati alla mano e riscontri dai valori scaricati da tutte le strumentazioni (Holter, glucometro) è dalla fine di gennaio che non ho avuto alcuna ipoglicemia.

Ovviamente senza il “radar” offerto dal sensore glicemico un tale risultato sarebbe stato impossibile a meno che uno non si fosse messo a bucarsi le dita ogni mezzora o ogni ora. Per chi non è diabetico o non sa cosa è una ipoglicemia faccio un rapido riepilogo: ipoglicemia è un termine medico che indica uno stato patologico causato da (e definito come) un basso livello di zuccheri (glucosio) nel sangue. L’ipoglicemia provoca una nutrita serie di effetti e sintomi, la maggior parte dei quali originata da uno scarso afflusso di glucosio al cervello, che ne riduce le funzioni cognitive (neuroglicopenia): questa diminuzione della funzione cerebrale può andare da un vago senso di malessere al coma e in rari casi alla morte. Una condizione di ipoglicemia può avere origine da molte cause diverse, e può accadere a qualsiasi età.

L’ipoglicemia nei diabetici è piuttosto comune, e può avere vari livelli d’intensità, si risolve velocemente con un apporto di carboidrati semplici (zucchero), tuttavia se non si interviene può portare alla perdita di coscienza.

L’ipoglicemia è uno degli eventi più temuti e invalidanti nella vita del diabetico, e in particolare nel tipo 1 il quale è soggetto a possibili e repentine oscillazioni della glicemia, anche in poco tempo. E per evitare danni non solo immediati ma anche a lungo andare nel corso del tempo il primo canone da affrontare è cercare di scansare una ipoglicemia, uno dei lati più tribolanti e tormentati nella vita col diabete ad esordio infantile e adolescenziale.

Se dovessi contare tutti gli episodi d’ipoglicemia vissuti e subiti nell’arco della mia vita col diabete (52 anni) senz’altro andrei a sommare un totale a quattro zeri. E non ricordo un mese, una settimana senza un seppur leggera condizione ipoglicemica. Detto tutto questo ecco perché rappresenta per me un fatto epocale passare più di un mese senza aver subito una ipoglicemia.

Un’altra conquista personale grazie alla tecnologia terapeutica offerta oggi a noi diabetici.