Con l’avanzare dell’età la quantità totale di sonno tende a diminuire. La fase 4 del sonno NREM può scomparire e il sonno stesso tende a divenire più frammentato. Queste modificazioni, sebbene fisiologiche, possono essere motivo di preoccupazione, conducono il soggetto a richiedere una terapia, ma non risultano interferire con lo stato di salute.
Nel risveglio precoce mattutino il soggetto si addormenta normalmente, ma si sveglia prima dell’ora usuale e non riesce più ad addormentarsi, oppure si abbandona a un sonno irrequieto e non soddisfacente. Questo tipo di insonnia è comune nell’anziano ma è talora associato alla depressione; possono contribuirvi la tendenza all’ansia, al rimorso e i sentimenti di autopunizione, che sono spesso ingigantiti al mattino.
L’inversione del ritmo del sonno riflette in genere alterazioni del ritmo circadiano (cioè del fuso orario) o danno della regione ipotalamica del diencefalo (p. es., dopo un trauma cranico grave o in seguito a encefalite). L’abuso di sedativi o un orario di lavoro irregolare, tendente a prolungarsi nella notte, possono indurre talvolta un’inversione del ritmo, che può inoltre essere dovuta a un’apnea ostruttiva nel sonno. I soggetti con apnea ostruttiva nel sonno sono sonnolenti di giorno, dormono o si assopiscono per la maggior parte della giornata, mentre di notte hanno un sonno irregolare e frammentato. Se si aumentano i sedativi, il soggetto può presentare irrequietezza durante la notte e può vagare in uno stato obnubilato o confuso.
Comunemente, quando si sospendono gli ipnotici in un soggetto che ne assumeva regolarmente dosi pesanti, insorge uno stato di vigilanza da rimbalzo. La maggior parte dei soggetti interpreta erroneamente questo effetto come recidiva di insonnia cronica.
Il diabete, o meglio la glicemia incide sulla qualità del sonno? La risposta è sì in determinate condizioni, nel diabete di tipo 1 in particolare dopo molti anni di vita con la malattia e la presenza della neuropatia autonomica quale complicanza, come la depressione genera un peggioramento considerevole, a volte, della qualità del sonno. E comunque sia l’episodio di iperglicemia come di ipoglicemia portano ad alterare fino a interrompere il riposo quotidiano.
La causa (ce ne sono varie) deve essere determinata valutando le modalità del sonno del soggetto, l’uso di farmaci (compresi alcol, caffeina e nicotina), il grado di stress psicologico e il livello di attività fisica. Quando l’insonnia è un sintomo isolato, l’unica causa fisica probabile è la sindrome primitiva dell’apnea durante il sonno. Tuttavia, l’insonnia può riflettere la normale necessità di un sonno breve. Un ritmo di sonno irregolare (p. es., da turno di lavoro, durante i viaggi o nei weekend), in una persona altrimenti normale, può condurre a insonnia. La difficoltà ad addormentarsi è generalmente dovuta ad ansia. Il risveglio mattutino precoce, che non risponde a semplici misure correttive, è dovuto spesso a gravi disturbi distimici (specialmente depressione) o a un disturbo fisico (p. es., dolore o disturbi respiratori durante il sonno). Per l’insonnia persistente senza causa nota, può essere utile la valutazione del soggetto in un centro di cura del sonno.
Qualora si rappresentino il disturbo del sonno in via continuativa è bene rivolgersi al proprio medico per un consulto, se del caso anche specialistico.