Nel corso degli ultimi due decenni, lo stato della vitamina D, definita come concentrazione sierica di 25-idrossivitamina D, è emerso come un predittore di esiti clinici chiave, tra cui la salute delle ossa, metabolismo del glucosio, la salute cardiovascolare, del sistema immunitario e la stessa sopravvivenza. Ora un altro studio, questa volta svolto da un team dell’Università della Pennsylvania School of Nursing (Penn Nursing), tra gli autori abbiamo niente poco di meno che: Terri Lipman, PhD, CRNP, FAAN, Professore di Nutrizione Clinica, hanno esaminato l’associazione tra 25-idrossivitamina D e il controllo del diabete nei bambini e adolescenti con diabete di tipo 1.
I risultati dimostrano l’alta prevalenza di pazienti con bassi livelli di 25-idrossivitamina D, in particolare in bambini e adolescenti caucasici di peso sano e con diabete tipo 1 precedentemente considerati senza o a minor rischio di avere bassi livelli di vitamina D. Questi dati sottolineano l’importanza dello screening della vitamina D in tutti i bambini e adolescenti con diabete di tipo 1. Le scoperte del team sono stati pubblicati in Diabetes Research and Clinical Practice
“A nostra conoscenza questo è il primo studio che è stato adeguatamente predisposto per esaminare l’associazione tra 25-idrossivitamina D e HbA1c (una misura di controllo del diabete ) in bambini e adolescenti con diabete di tipo 1”, hanno detto Lipman e colleghi. “Questi dati suggeriscono la necessità di un monitoraggio della vitamina D in tutti i giovani con questo disturbo.”
Lo studio ha incluso circa 200 bambini e adolescenti del centro del diabete pediatrico presso il Children’s Hospital of Philadelphia, che sono stati reclutati durante regolari visite di follow-up. Campioni di sangue non a digiuno sono stati raccolti dai partecipanti per misurare la 25-idrossivitamina D e i livelli di glucosio nel sangue. HbA1c e altre variabili chiave sono stati estratti dalle cartelle cliniche dei pazienti.
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