In attesa del sol dell’avvenire per i diabetici di tipo 1: di mirabolanti terapie, cure e soluzioni tecniche, scientifiche che promettono di liberare il nostro corpo e mente dai tormenti della malattia, restiamo con in mano qualcosa di antico: le complicanze sono sempre lì e anzi molte nei fatti non hanno un trattamento farmacologico, esempi? Tanti: lipodistrofie da iniezioni d’insulina, nefropatia diabetici e neuropatia diabetica autonomica come la gastroparesi e altre.
Oggi per restare sull’allegro vi riportiamo un paio di risultati che interessano l’area della vescica in noi diabetici di tipo 1 adulti, ma non solo, che a lungo andare col carico di zuccheri lasciati passare dai reni finiscono per infiammarla e desensibilizzarla oltreché andare occludere il percorso naturale e rendere la minzione se non difficile almeno problematica e dolorosa.
Le probabilità di aumento di incontinenza urinaria con scarso controllo glicemico nelle donne con diabete di tipo 1, sono avvalorate sulla base dei recenti risultati di uno studio pubblicati su Diabetic Medicine.
Sara M. Lenherr, MD, MS, docente urologia clinica presso l’Università del Michigan e colleghi hanno analizzato i dati di 417 donne che hanno partecipato al controllo del Diabetes and Complications Trial (DCCT) e il suo follow-up osservazionale, nell’ambito dell’Epidemiologia di studio del diabete, interventi e complicanze (EDIC). Le donne hanno completato questionari urologici di autovalutazione durante il follow-up su 10 anni (2003) e 17 (2010). L’incontinenza urinaria è stata definita come auto-riferita perdita involontaria di urina che si è verificata almeno settimanalmente. I ricercatori hanno utilizzato modelli di regressione multivariata per esaminare l’associazione tra l’incidenza dell’incontinenza urinaria, il controllo glicemico (HbA1c media nel corso dei primi 10 anni di EDIC) e le condizioni di comorbidità prevalente.
All’interno della coorte, 64 donne con diabete di tipo 1 (età media, 43.6 anni) hanno presentato una incidenza dell’incontinenza urinaria almeno settimanale. Le donne con incontinenza urinaria a incidenza settimanale avevano un HbA1c media maggiore per un anno (8.3 % vs. 7,8%) e sui 10 anni (8,4% vs. 7,8%) rispetto alle donne che non avevano sviluppato l’incontinenza urinaria.
Dopo aggiustamento per età, gruppo di trattamento DCCT, indice di massa corporea, EDIC media giornaliera dose di insulina, l’isterectomia, neuropatia autonomica e infezioni delle vie urinarie, i ricercatori hanno scoperto che l’HbA1c è stata associata ad una aumentata probabilità di incidenza dell’incontinenza urinaria (OR = 1,03; 95% CI, 1,01-1,06 per aumento / mol mmol; OR = 1.41; 95% CI, 1,07-1,89 per aumento HbA1c%).
“Dopo aggiustamento per fattori di rischio precedentemente ben descritti, abbiamo osservato un aumento tra 3% e il 41% fa crescere le probabilità di incidente settimanale (incontinenza urinaria) con ogni incremento di 1-mmol / mol e 1% nel livello di HbA1c, rispettivamente, in donne con diabete tipo 1”, hanno scritto i ricercatori. “Questi dati suggeriscono che il controllo glicemico a lungo termine può influire in modo indipendente sullo sviluppo dell’incontinenza urinaria in questa popolazione.”
I ricercatori hanno comunicato di voler estendere lo studio ai maschi con diabete di tipo 1: in tale ambito una ricerca non è mai stata effettuata a livello mondiale, il che lascia presagire delle sorprese e complicanze finora ignorate, volutamente, sia dai pazienti che medici. Le resistenze psicofisiche d’altronde sono notevoli dato anche la estrema dolorosità dei percorsi diagnostici in campo urologico, come la uretroscopia. E visto che si fa un gran parlare di passi avanti fatti dalla tecnologia e medicina, per quanto riguarda le parti “basse” così non è.
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