Sapete la vita riserva sempre delle sorprese, a volte piacevoli altre no, ad esempio a livello personale ho sempre creduto che i medici fossero noiosi, delle palle viventi in termini di empatia, vitalità e molto altro ancora. E’ evidente che tale mio modo di percepirli era frutto del peso dei traumi subiti in infanzia e adolescenza causa delle tecniche paleomediche impiegate per la cura e diagnostica del diabete.
Nel corso di questi ultimi anni ho conosciuto diversi medici di persona e alcuni di questi non solo sono miei amici ma rappresentano delle vere e proprio rivelazioni sotto il profilo motivazionale e della carica umana, al primo posto colloco Simona.
E i diabetologi? Qui la faccenda si fa più articolata, come sapete la categoria attraversa una fase molto critica della sua storia, tra minaccia d’estinzione e tagli a tutto spiano causa l’imperversare su tutta la popolazione della versione fat della patologia diabetica: il tipo 2, una vera e propria calamita di iatture e malattie d’ogni genere e specie. Pertanto i nostri diabetologi ostaggio del tipo 2 trascurano il tipo 1 e manco riescono a stare al passo coi tempi nell’evoluzione della tecnologia sulla terapia.
Il tormentone di questi anni che ha colpito i vertici della predetta categoria è niente meno che: esami inutili. La settimana scorsa nell’ambito del solito appuntamento annuale organizzato a Roma dall’italian barometer diabetes observatory (Ibdo) Foundation è stato detto: Perché i tempi cambiano, la medicina si evolve e non ci possono essere esami di routine, immodificati da anni. Prescritti senza pensare alla reale utilità, e al costo, argomento centrale per chi, come il diabetologo, deve gestire una malattia cronica. Così Bonora (diabetologo, ex Presidente della SID – Società Italiana di Diabetologia) se la prende con la penna di molti colleghi – e anche con la sua, che sta cercando di controllare – che, nonostante le ormai consolidate evidenze contrarie, quasi in automatico prescrive esami superati, come
l’azotemia, o inutili, come quello standard delle urine. Con spreco di quattrini e, soprattutto, nessuna risposta al bisogno di salute dei pazienti. La Sid ha calcolato – in un Position Statement sull’appropriatezza prescrittiva – che sono oltre venti gli esami di laboratorio troppo prescritti nel 2014, senza calcolare quelli utilizzati per monitorare il diabete e per l’auto monitoraggio glicemico domiciliare: farne a meno non nuocerebbe a molti pazienti e farebbe risparmiare oltre 50 milioni di euro all’anno. Si va dal dosaggio dell’acido urico agli enzimi epatici (Alt, Ast, Ggt), dal dosaggio del calcio a quello della vitamina D, nonché emocromo o esame semplice delle urine. Che non sia un allarme sovrastimato lo dimostra il referto delle nostre ultime analisi di laboratorio: azotemia ed urina semplice non mancano mai. E le cose vanno peggio con i diabetici, che hanno alcune esenzioni.
Sinceramente tali affermazioni sono pericolose per due buone ragioni: la cosa ha una base esclusivamente di economia sanitaria, non spetta al medico fare cose che sono compito dei professionisti di bilanci, conti e cassa. Inoltre rendendo nota e pubblica l’affermazione che si prescrivono esami inutili da parte dei medici, diabetologi in questo caso, sorge spontanea la conseguente ricaduta: pure questi operatori sanitari sono inutili? Si perché prescrivono esami e test inutili per poi non far fare quelli utili, a cui si aggiungono visite un tanto al chilo, con letture dei diari della glicemia che finiscono più per assomigliare alla visione dei titoli di giornale. Insomma i diabetologi appaiono dei novelli Tafazzi di un ramo dell’endocrinologia che sta andando a ramengo. Peccato proprio ora che c’è da riqualificare l’assistenza sanitaria in tale campo: un’occasione perduta.
E allora? Da una prima lettura della bibbia della sanità statale, i nuovi LEA, Livelli Essenziali d’Assistenza per noi diabetici sembra non siano compresi, e quindi coperti i sensori glicemici, spero non sia vero. Detto ciò il medico al momento di entrare nel sacro Ordine professionale ha fatto il Giuramento di Ippocrate prima di iniziare la professione: Giuro per Apollo medico e Asclepio e Igea e Panacea e per tutti gli dei e per tutte le dee, chiamandoli a testimoni, che eseguirò, secondo le forze e il mio giudizio, questo giuramento e questo impegno scritto:
di stimare il mio maestro di questa arte come mio padre e di vivere insieme a lui e di soccorrerlo se ha bisogno e che considererò i suoi figli come fratelli e insegnerò quest’arte, se essi desiderano apprenderla, senza richiedere compensi né patti scritti; di rendere partecipi dei precetti e degli insegnamenti orali e di ogni altra dottrina i miei figli e i figli del mio maestro e gli allievi legati da un contratto e vincolati dal giuramento del medico, ma nessun altro.
Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio; mi asterrò dal recar danno e offesa.
Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo.
Con innocenza e purezza io custodirò la mia vita e la mia arte.
Non opererò coloro che soffrono del male della pietra, ma mi rivolgerò a coloro che sono esperti di questa attività.
In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario, e fra l’altro da ogni azione corruttrice sul corpo delle donne e degli uomini, liberi e schiavi.
Ciò che io possa vedere o sentire durante il mio esercizio o anche fuori dell’esercizio sulla vita degli uomini, tacerò ciò che non è necessario sia divulgato, ritenendo come un segreto cose simili.
E a me, dunque, che adempio un tale giuramento e non lo calpesto, sia concesso di godere della vita e dell’arte, onorato degli uomini tutti per sempre; mi accada il contrario se lo violo e se spergiuro.
Quindi il medico diabetologo prescrive in scienza e coscienza gli esami e visite da effettuare, poi se queste NON sono coperte dalla mutua saranno cacchi del paziente: siccome siamo nella Repubblica del fatti li cazzi tua, se il suddito ha una polizza assicurativa integrativa sanitaria se li farà passare da questa, altrimenti farà fundraising, l’elemosina e/o si rivolgerà alla Caritas.
A meno che il diabetologo non aspiri a fare l’usciere della sanità?