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the concept of education of children.the generation of knowledge
the concept of education of children.the generation of knowledge

Essere capiti. Sapere di non essere da soli. O di una speranza che il futuro sarà (forse) migliore. Soprattutto di quest’ultima. Ecco di cosa abbiamo bisogno… Ieri ero a ritirare il materiale per il diabete. E come succede quasi sempre, ero l’unica persona giovane della sala. Non so come, ma mi ritrovo che una signora su 65/70 anni (credo, non sono brava a indovinare gli anni) mi chiede se ero diabetica. Rispondo di sì. E in quel momento lei si sposta da dov’era e viene vicino a me. Mi dice: sai, pure io ho il diabete “giovanile” anche se l’ho scoperto 4 anni fa. Tutti che cominciano a dire che non è possibile visto la sua età. E li dico che il diabete tipo 1 è chiamato giovanile perché di solito viene da piccoli o adolescenti, ma come ogni cosa esistono le eccezioni, a quanto pare era anche il caso della signora. E il suo sguardo era come se in un certo senso si era sentita capita. Non so spiegarlo esattamente. Mi dice che fa le penne ma che non era abituata. Dico che ho il micro e tutti curiosi a vederlo. Abbiamo parlato un po di tutto e niente, tutti. Però la cosa che mi è rimasto più impressa sono state le sue parole prima di andare via: “Grazie, mi hai dato una speranza”…Detto così per qualcuno può non dire niente. Ma per me è stato il complimento più bello che qualcuno mi poteva fare. Perché so bene cosa vuol dire sentirsi soli, in una realtà che non capisce quello che hai, che senti. E con i ricordi ritorni indietro. In quei tempi quando nessuno intorno sapeva cos’era il diabete. Ricordi di quella bambina piccola che si era sentita incompresa perché nessuno aveva la stessa malattia. Di quella che l’avevano fatta sentire diversa, strana. Chissà quanti notti ha passato a sentirsi come un alieno. Chissà quante volte a desiderare che ci fosse anche una sola persona che poteva capire. E invece niente. Mai nessuno. Per tanti anni, troppo tempo. E poi niente. Gli anni passano, cresci. Conosci altre persone con storia simile alla tua, conosci chi in un certo senso ti può capire. E le cose cambiano. Ma soprattutto perché sei cambiata tu. Perché hai voluto qualcosa di più, hai voluto una vita. Hai lottato per avere una vita. Ma per quanto sia in contrasto con il fatto che in questi tempi tutti cercano di essere “unici” in un certo senso, beh, a volte non essere l’unico aiuta, a volte ti salva…