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(AFP) 7 aprile Lussemburgo – congresso annuale Med@Tel della Società Internazionale di Telemedicina presentati vari studi e test condotti che confermano un contemporaneo miglioramento della qualità della vita dei pazienti con una riduzione dei costi fra il 22% ed il 41% a carico del SSN e dei pazienti

Migliorare la qualità di vita dei pazienti cronici e ridurre il loro costo sanitario? La sfida è stata colta dalla Telemedicina, che promette risparmi sui costi sanitari compresi fra il 22% ed il 41% per pazienti domiciliari affetti da patologie quali il diabete, l’ipertensione o le malattie croniche di cuore e polmoni.

E’ quanto emerso nel corso del congresso annuale Med@Tel della Società Internazionale di Telemedicina (ISfTeH), in Lussemburgo, che ha visto un importante affluenza di partecipanti, circa 900, provenienti da più di 40 paesi, con rappresentanza particolarmente folta dall’America Latina, Asia e naturalmente Europa.

Nelle quattro aule a disposizione degli intervenuti, si sono alternati circa cinquanta relatori che hanno portato testimonianze dei progetti in corso o recentemente conclusi, con relativi risultati economici e clinici. Alcune aziende europee di spicco nel settore hanno portato testimonianze principalmente legate al trattamento delle patologie che affliggono i pazienti domiciliari, come il diabete, l’ipertensione, le malattie croniche di cuore e polmoni.

In Portogallo e in Francia, la collaborazione tra impresa privata e istituzioni universitarie ha portato a studi pilota molto promettenti nella riabilitazione dei pazienti affetti da malattia di Parkinson e con difficoltà motorie. Tali studi hanno mostrato la potenzialità di ridurre di oltre il 30% i costi diretti, a carico del servizio sanitario nazionale, e quelli indiretti, sostenuti dai pazienti. Per tale motivo, i servizi testati verranno distribuiti su larga scala in entrambe le nazioni entro la fine dell’anno da consorzi di cui fanno parte Orange, Technocentre/XDLab e l’università di Beira Interior. La italo-spagnola Telecare Europe ha reso noto il suo prodotto di punta, TelecareBox, la cui distribuzione è previsto che inizi entro il mese di giugno, attraverso canali poco utilizzati per questi servizi e prodotti: le farmacie e l’e-commerce. Viene prevista una diffusione a non meno di 200.000 pazienti cronici entro i prossimi due anni.

Molto interessanti si sono dimostrati gli studi economici nel settore della Telemedicina. La danese MedCom, in associazione col Center for Innovative Medicinal Tchnology ha portato a termine una revisione su alcune centinaia di studi di telemedicina realizzati in paesi europei e negli Stati Uniti. Dallo studio risulta che l’applicazione di questi nuovi modelli a patologie come diabete e asma è in grado di portare a risparmi sui costi sanitari diretti tra il 22 e il 41%.

La brasiliana UNA-SUS/UFMA ha confrontato i costi economici di due gruppi omogenei di pazienti affetti da cardiopatie croniche: il gruppo che ha ricevuto assistenza basata sulla telemedicina ha dimostrato una necessità di risorse pari alla metà di quello che ha continuato a ricevere assistenza tradizionale; in particolare c’è stata una riduzione dei costi legati ai ricoveri ospedalieri, che notoriamente costituiscono la maggior causa di spesa.

Il congresso si conclude oggi 7 aprile, dando appuntamento a medici, informatici ed economisti del settore al convegno invernale che si terrà a Casablanca, il prossimo dicembre.