La Giornata mondiale del cuore, organizzata dalla World Heart Federation e co-sponsorizzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’UNESCO, la United Nations Sport for Development and Peace initiative e l’International Year of Sport and Physical Education, è una campagna mondiale che si tiene dal 2000 con lo scopo di aumentare la consapevolezza riguardo alla salute in ambito cardiologico e la prevenzione delle patologie cardio-cerebro-vascolari.
In Italia, gli eventi e le attività della Giornata Mondiale per il Cuore sono coordinati dall’Associazione Fondazione Italiana per il Cuore, unico membro per l’Italia della World Heart Federation.
La Giornata Mondiale per il Cuore si celebra ogni anno il 29 settembre con numerose attività gratuite aperte al pubblico e ai pazienti, per parlare di prevenzione delle malattie cardiovascolari che sono la prima causa di morte in Italia e nel mondo. L’edizione 2017 prevede una ricca serie di eventi per tutto il mese di settembre e oltre disponibili su www.fondazionecuore.it.
Noi diabetici ci teniamo al cuore.
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Diabete e cuore, un binomio che non va proprio d’accordo. Le persone diabetiche, infatti, rischiano di andare incontro a complicanze cardiovascolari di rilievo in modo precoce e più severo rispetto alla normalità.
I diabetici rischiano di andare incontro a complicanze cardiovascolari di rilievo in modo precoce e più severo rispetto alla normalità.
Il diabete può portare, tra le conseguenze più gravi, all’insufficienza cardiaca. L’alterazione metabolica tipica di questa malattia, infatti, comporta una scarsa disponibilità di zucchero all’interno delle cellule per il mancato effetto dell’insulina. Come conseguenza a livello cardiaco il metabolismo viene indirizzato verso risorse energetiche alternative quali gli acidi grassi, che vengono metabolizzati costantemente al posto del glucosio. Questa diversione del metabolismo miocardico comporta l’accumulo di metaboliti derivati dagli acidi grassi nella cellula miocardica che ne rimane intossicata generandone il malfunzionamento. La mobilizzazione dei grassi dai depositi adiposi, conosciuta come lipolisi ed indotta dallo squilibrio metabolico, determina l’aumento nel sangue di acidi grassi liberi e trigliceridi.
Questo fattore in genere si associa ad alti livelli di colesterolo LDL, il colesterolo ‘cattivo’, che può provocare una ostruzione delle arterie. Accanto a questo, vi sono altri due problemi legati alla malattia diabetica. Il primo è che oltre l’80% dei diabetici è iperteso, in particolare è aumentata la pressione massima sistolica (quella massima), come nelle persone di età avanzata. E’ risaputo che questo rappresenta un fattore di rischio non solo per il corretto funzionamento del cuore, ma per lo sviluppo di una patologia vascolare. Il secondo è che i diabetici hanno una regolazione dell’emuntorio renale meno efficiente, poiché il rene elimina meno acqua e sodio a causa dell’iperglicemia, della iperinsulinemia e di altri fattori, il che facilita l’accumulo di fluidi e l’esordio dello scompenso cardiaco. Il rene nel tempo, tende a funzionare in modo scorretto anche a seguito del danno vascolare indotto dal dismetabolismo glucidico e questa malattia specifica viene chiamata nefropatia diabetica.
“Il consiglio, di fronte al quadro esposto, è quello di non accontentarsi. Questo significa che l’obiettivo non deve essere quello di ottenere che la pressione o i controlli metabolici siano para-normali, come spesso accade, ma quello di raggiungere, invece, la normalità di tutti i valori. Per fare questo, è importante seguire anche una regolare attività fisica, che aiuta ad abbassare la pressione arteriosa e a migliorare il metabolismo del glucosio.