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Molti diabetici che si iniettano l’insulina hanno indurimenti nel tessuto grasso sottocutaneo. Quando viene iniettata in tali distretti, l’insulina perde buona parte della sua efficacia, lo evidenzia il caso di un paziente.

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i livelli dello zucchero nel sangue si fanno selvaggiamente fluttuanti con frequenti ipo e iperglicemie: questi sintomi, in un giovane uomo di 27anni con diabete di tipo 1 seguito al St. Mary Hospital di Stoccarda dal professor Monika Kellerer. Diabetico da 20 anni, aveva una HbA1c del 7,2 percento, un livello accettabile e altrimenti apparentemente non evidente.

Un modello di ipoglicemia e iperglicemia non era visibile, apparivano regolari le regolazioni di glucosio nel sangue a mezzogiorno e durante la notte. Cosa si deve fare, il diabetologo ha chiesto ai medici durante un corso di formazione OmniaMed a Francoforte. Fare sport? Impostare una misura continua del glucosio per analizzare in modo più accurato le possibili forme di sviluppo della glicemia? Svolgere una indagine sui siti di iniezione dell’insulina?

Quest’ultimo è stato il punto decisivo per risolvere il problema. Il giovane aveva due lipodistrofie a forma di palla da tennis sul ventre. Se i pazienti iniettano l’insulina sempre in tali distretti, l’ormone ha solo un terzo della sua efficacia, come ha mostrato un recente studio tedesco ( Diabetes Care 2016, 39: 1486). Il consiglio più importante per i pazienti non è quindi quello di iniettare mai in tali distretti di lipodistrofia, ha sottolineato Kellerer all’evento. I pazienti dovrebbero inoltre cercare regolarmente siti di distrofia tramite esame visivo e autopalpazione. Ogni 6 mesi chiedere al medico di controllare i siti di iniezione.

Al fine di evitare la lipodistrofia, è fondamentale una corretta modifica dei siti di iniezione: deve essere iniettata in un punto distante almeno due o tre centimetri dal precedente. Tale rotazione è anche dimostrata efficace in uno studio spagnolo (Diabetes Metab., 2013, 39: 445). Le ipertrofie sono diffuse: due terzi dei 430 partecipanti con terapia insulinica hanno avuto tale indurimento del tessuto ipodermico nei siti di iniezione. Le conseguenze: Nel 39 per cento dei pazienti affetti, c’erano ipoglicemie di causa non spiegata rispetto al solo sei per cento dei pazienti senza lipodistrofie.

Kellerer inoltre ha fornito ulteriori consigli per i pazienti per la prevenzione della lipodistrofia. In nessun caso devono essere riutilizzati gli aghi dopo ogni iniezione. Inoltre, la lunghezza dell’ago deve essere regolata allo spessore del grasso del paziente, vale a dire quattro, otto o dieci millimetri.

I pazienti devono anche essere addestrati per la corretta tecnica di iniezione: l’insulina deve essere iniettata in una piega di pelle perpendicolare alla pelle (angolo di 90 °) e l’ago deve essere lasciato lì dieci secondi dopo l’iniezione.

Per prevenire la lipodistrofia:

Cambiare in modo continuo i punti di iniezione. Distanze di almeno due o tre centimetri dal punto precedente.

A seconda dello spessore dell’adipe addominale scegliere lunghezze d’ago di quattro, otto o dieci millimetri!

Cambiare l’ago dopo ogni iniezione!