Con il termine salute si intende una condizione di elevato benessere psicofisico e sociale. Viene spesso indicata come il contrario dello stato di malattia. Il termine terapia e finalizzato alla cura dello stato di malattia.
Il concetto di salute è una sottile e impercettibile linea di demarcazione tra la sfera oggettiva e soggettiva della vita umana: anche malati si può essere in salute, un diabetico, specie tipo 1 ad esordio giovanile lo sa in quanto praticamente fa quel che gli pare, fregandosene spesso e volentieri delle pratiche previste dalla patologia e , nonostante questo arriva a campare per lungo tempo, nella buona parte dei casi. Sovente non si capisce dove sta la criticità rispetto alla salute: se appartiene alla componente fisica o mentale.
Quindi la salute, per fattori casuali, ereditari, ambientali, dal modus vivendi o dovuti alle circostanze è una possibilità certamente non inquadrabile in un diritto soggettivo, il diritto alla salute.
Poi laddove esiste ed è riscontrata, diagnosticata la malattia c’è la cura, come il diritto ad essere curati secondo i protocolli sanitari basati sulle prove e l’evidenza scientifica, la pratica clinica, oppure sulle proprie convinzioni, da qui, ad esempio quello che scaturì dal cosiddetto metodo Di Bella, il quale praticava un terapia non convenzionale per i tumori da cui emerse la campagna per la “libertà di cura”.
Oggi è in aumento, anche grazie alla battaglia contraria alle vaccinazioni, la cura basata sulla convinzione, ovvero trattare sintomi e condizioni patologiche con l’omeopatia e tutta una serie di forme di medicine alternative. E in tale ambito esiste anche una formula intermedia che si può definire: tutto fa brodo, ovvero di persone che fanno sia la terapia convenzionale che quella alternativa.
Per quel che mi riguarda, e il fatto che sono ancora in vita lo dimostra, ho sempre fatto mia la medicina basata sull’evidenza scientifica, ma da giovane feci qualche test con le pratiche alternative, le quali poi cambiano di nome ma nei fatti sono sempre le stesse, ma senza avere riscontri taumaturgici o di sollievo.
Certo tutti vogliamo la scorciatoia ma l’evoluzione come la ricerca scientifica non ammette scorciatoie: solo tenacia, pazienza e intelligenza assieme al tempo.
Ma tutta questa vicenda delle terapie alternative, che prende anche tanti diabetici, con la campagna contro le vaccinazioni, mette in luce un fatto che ci deve far riflettere per cercare di cambiare in meglio la situazione: la difficoltà comunicativa e l’incomprensione tra operatori sanitari e malati, pazienti. Un problematica che la si vede anche dal web, da internet e nei gruppi a tema sulle reti sociali, Facebook in testa, dove nella stragrande maggioranza dei casi si legge di una carenza educativa, formativa e informativa di base nell’autogestione domestica di una patologia, il diabete, sistemica e complessa da governare, con tutte le sue variabilità e interazioni. La difficoltà a farsi capre la vedo anche io facendo il blogger, nonostante cerco di tradurre tutti i testi dall’inglese all’italiano sulle novità e info dal mondo della ricerca per la cura della malattia, sono in diversi a chiedere cose che non capiscono.
La vicenda dei vaccini, dell’assurdità insita nell’obbligo flessibile definita dalla ministra per la salute e del silenzio di buona parte delle società scientifiche e organizzazioni di volontariato, fa capire come ci sia tanto lavoro da fare per rendere efficace ed efficiente la comunicazione tra fornitori di servizi sanitari e pazienti. I vaccini sono uno strumento chiave nella prevenzione di malattie infettive e non solo, quindi uno mezzo concreto per fare della prevenzione non solo uno slogan.
Questo blog nei prossimi mesi in ambito diabetico, partendo da Bologna, metterà in pista un progetto che servirà proprio agli operatori sanitari e pazienti per capirsi meglio e fare migliorare il livello di autocontrollo della malattia e di aderenza terapeutica, che passa non solo tramite un processo educativo ma di attenzione nei percorsi relazionali, narrativi e contestuali. Nome in codice: Su Nuraxi.