Il 2021 è l’anno del centenario dell’insulina, e oggi per me rappresenta la data di calendario della diagnosi ufficiale del diabete tipo 1, 3 maggio 1963: 58 anni e fra due, in occasione del centenario della consegna del premio Nobel per la scoperta dell’insulina a Banting e Best e del primo secolo della diabetologia bolognese farò 60 anni di vita con questa malattia.
Quest’anno compio anche sessant’anni d’età essendo nato il 4 settembre 1961, insomma è un crogiolo di date e anniversari in qui rischio di perdermi: appuntamenti personali e con la storia per lasciarci una traccia di memoria e guidarci ancora una volta sul divenire, nel cammino diretto a trovare sempre e solo soluzioni migliori per la vita di tutti i giorni e la mitica cura del diabete.
In questo scritto non la faccio lunga, ho già trattato la data ogni anno e rischio di essere ripetitivo e di conseguenza noioso, ma l’unico modo costruttivo e positivo di vivere questo giorni e i prossimi è di dare il tutto il mio impegno per la realizzazione degli eventi che abbiamo in programma a settembre e ottobre di quest’anno, e sino a tutto il 2023 per il centenario dell’insulina e affinché questo evento di importanza collettiva fondamentale non solo per i diabetici, ma per tutta la società a livello locale e mondiale, sia momenti fecondo di conoscenza, condivisione e crescita per ogni persona.
Quando mancano quattro mesi ai miei ultimi sessant’anni di vita, e con 58 anni con il diabete, cosa mi ha insegnato la malattia?
- Che uno matura in fretta, fin da bambino ho imparato a soffrire e vedere la sofferenza dei miei compagni di degenza, in pediatria e poi negli adulti. Si matura in fretta e quella che veniva definita una malattia per vecchi, il diabete, dentro ti invecchia prima.
- Che ti devi arrangiare perché sei solo, nessuno, a cominciare dai sanitari e fornitori di assistenza per il diabete, è in grado di aiutarti e manco la parte restante della galassia diabetica è in grado di farlo. Ecco il lato positivo della medaglia, alla luce di quando accade oggi, ma che in realtà è stato sempre presente nella società italiana e moderna, sta nell’imparare fin da piccolo l’arte di arrangiarsi a partire dal diabete per poi arrivare in ogni campo della vita. Se sei fortunato ti resta solo la famiglia, di origine o quella frutto del matrimonio, convivenza, di sostegno.
- La strada con il diabete la trovi da te, può essere subito o fra cinquant’anni, ma è così. E per la cura e la ricerca? Se venissero non stanziati più fondi e ci fosse meno corruzione e mazzette, in Italia forse qualche risultato concreto si otterrebbe per davvero
Il moto per questo mio 2021 è: Più impegno per la conoscenza e la ricerca e soluzioni a misura d’uomo che portino alla vera cura del diabete tipo 1.