Default Featured Image

Essere se stessi non è una scelta, ma la realizzazione cui si perviene quando il cielo della propria coscienza si rasserena, quando il vento della meditazione – o la ricerca spirituale introspettiva, o la contemplazione, o il sacrificio inteso come abnegazione e rinuncia alle innumerevoli identificazioni dell’ego, o la compassione – spazza via le nubi pensiero indisciplinate e caotiche che offuscano la conoscenza empirica di chi siamo realmente, pura e semplice consapevolezza.

Cos’è che t’interessa davvero? Essere te stesso, sentirti centrato, ma nel contemporaneo buono, amorevole e più compassionevole. Avere più energia, ma insieme tenere il giusto distacco. E’ probabile che tu stia cercando il benessere, quello implicito, inerente, naturale. Sono certo che temi la sofferenza, fai di tutto per evitarla, per lenirla e – nel caso – per superarla. Ebbene un buon metodo è l’ottuplice sentiero del Buddha Gautama Siddharta che presuppone, comunque, la meditazione.

Mentre il Buddha rappresenta l’istruttore, il maestro, il risvegliato, … è soprattutto la sintonia con l’intelligenza suprema dell’universo – che taluni chiamano super-coscienza, consapevolezza, Dio o Brahma – ad offrirti l’opportunità di pratica e incamminarti sulla via che conduce realmente a te stesso.