Un nuovo studio del King’s College di Londra esplora come il microbioma intestinale, influenzato da dieta e stile di vita, possa guidare lo sviluppo di malattie e suggerire nuovi approcci terapeutici personalizzati.

Il microbioma intestinale è stato da tempo riconosciuto come un attore fondamentale nella salute generale dell’individuo, ma uno studio innovativo condotto dal King’s College di Londra ha ora gettato nuova luce su un aspetto specifico del microbioma: il ruolo dei batteri intestinali transitori e persistenti. La ricerca suggerisce che queste due categorie di microbi svolgono un ruolo chiave nel mantenimento dell’equilibrio intestinale e potrebbero offrire nuove opportunità per il trattamento e la prevenzione di malattie croniche come il diabete di tipo 2 e il cancro del colon.

La scoperta chiave: microbi transitori e persistenti

Gli scienziati hanno analizzato i dati raccolti da uno studio durato un anno su pazienti che hanno fornito campioni del loro microbioma intestinale. Hanno identificato due principali tipologie di batteri: le specie colonizzanti persistenti (PCS), che tendono a essere presenti in maniera costante nell’intestino sano, e le specie colonizzanti transitorie (TCS), che possono destabilizzare l’equilibrio intestinale e sono state collegate a diverse patologie.

Questi due gruppi di microbi interagiscono tra loro per mantenere la stabilità del microbiota intestinale. Tuttavia, mentre il PCS rappresenta la componente benefica e stabile, il TCS può aumentare in modo rapido e significativo in risposta a fattori esterni come la dieta e l’esposizione a sostanze chimiche estranee (xenobiotici). Questo aumento può portare a uno squilibrio, con potenziali complicazioni per la salute intestinale.

Dieta e microbioma: un delicato equilibrio

Lo studio ha anche mostrato come specifici componenti della dieta possano favorire la crescita di microbi benefici o dannosi. In particolare, le specie PCS tendono a proliferare in presenza di diete ricche di proteine e fibre, che favoriscono un ambiente intestinale stabile e sano. Al contrario, il consumo di zuccheri raffinati e l’esposizione a sostanze chimiche come additivi alimentari e pesticidi possono far crescere i microbi TCS, spesso associati a malattie.

Questo ha portato i ricercatori a suggerire l’importanza di piani dietetici personalizzati che mirino a nutrire il PCS e a sopprimere il TCS, promuovendo così la salute intestinale e prevenendo lo sviluppo di malattie croniche. In particolare, il dott. Shoaie, capo del gruppo di biologia dei sistemi al King’s College di Londra e autore principale dello studio, sottolinea che una dieta ben bilanciata potrebbe potenzialmente potenziare la capacità del corpo di mantenere un intestino sano.

L’impatto sulla salute a lungo termine

La comprensione di come il microbioma intestinale cambi nel tempo è cruciale per prevenire le malattie. Anche piccole alterazioni nel microbiota possono avere effetti a lungo termine sulla salute. “Anche se i cambiamenti nell’equilibrio dei microbi intestinali potrebbero non causare sintomi immediati,” afferma Shoaie, “gli impatti a lungo termine possono includere l’aumento del rischio di malattie croniche, specialmente quando i microbi transitori proliferano.”

Lo studio evidenzia che uno squilibrio del microbioma intestinale può non solo causare problemi intestinali ma anche essere collegato allo sviluppo di patologie come il diabete di tipo 2 e il cancro del colon. Queste condizioni, in parte legate alla proliferazione di specie TCS, possono essere prevenute o mitigate attraverso interventi mirati sulla dieta e sullo stile di vita.

Le specie colonizzanti persistenti e transitorie determinano la stabilità del microbiota intestinale. Credito: 
npj Biofilms and Microbiomes (2024). DOI: 10.1038/s41522-024-00561-1

Trattamenti personalizzati: il futuro della medicina del microbioma

Il dott. Sunjae Lee, primo autore dello studio, ha sottolineato come queste nuove categorizzazioni cambieranno il modo in cui i ricercatori affrontano la comprensione delle malattie e la creazione di nuovi trattamenti. “Includendo queste etichette in un Gut Microbiome Atlas, disponibile gratuitamente, possiamo condividere queste informazioni con il mondo e fornire una base per lo sviluppo di trattamenti personalizzati.”

Questo approccio potrebbe rivelarsi particolarmente utile per pazienti con malattie croniche come il diabete, per i quali è cruciale mantenere un microbiota intestinale equilibrato. Gli esperti suggeriscono che misurare le proporzioni di PCS e TCS potrebbe diventare un indicatore chiave del successo di un piano dietetico mirato a mantenere la salute intestinale.

Implicazioni preventive: mantenere l’intestino in salute

Oltre a offrire nuove opportunità di cura, lo studio evidenzia l’importanza del mantenimento di un microbioma intestinale sano come misura preventiva. Migliorare la popolazione di PCS potrebbe rappresentare una strategia chiave per prevenire lo sviluppo di malattie, mantenendo bassi i livelli di TCS nei pazienti sani.

Secondo i ricercatori, l’estrazione delle molecole attive dei batteri PCS potrebbe diventare un metodo efficace per ripristinare la salute intestinale, prevenendo la proliferazione dei batteri transitori dannosi. Questa strategia potrebbe rivoluzionare il modo in cui trattiamo le malattie croniche legate all’intestino, offrendo un approccio proattivo e personalizzato.

Conclusione

Il nuovo studio del King’s College di Londra offre una visione più approfondita sul microbioma intestinale e sul ruolo dei batteri transitori e persistenti nel mantenere la salute. L’interazione tra dieta, microbi e salute è complessa, ma comprendere questi meccanismi offre nuove speranze per il trattamento e la prevenzione di malattie croniche.

I futuri sviluppi nella medicina personalizzata basata sul microbioma potrebbero aprire la strada a trattamenti più efficaci, mirati e preventivi, offrendo nuove opportunità di migliorare la qualità della vita e prevenire l’insorgenza di malattie.

Ulteriori informazioni: Sunjae Lee et al, I microbi colonizzanti transitori promuovono la disbiosi intestinale e il deterioramento funzionale, npj Biofilms and Microbiomes (2024). DOI: 10.1038/s41522-024-00561-1

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