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Salve a tutti, con il centenario della scoperta dell’insulina che ci vedrà impegnati dal 2021 2023, questo blog lancia una campagna di attenzione e mobilitazione reale, non solo verbale e virtuale, affinché ciascuno di noi sia consapevole che l’insulina esiste da 100 anni ma il diritto alla cura, al farmaco non è una garanzia granitica scritta sulla roccia e certa ora e sempre. Così come le innovazioni presenti e in fase di sviluppo per la cura del diabete, specie quello di tipo 1, il più persistente nel tempo, lo dico a me stesso  in quanto lo tengo dalla nascita e che colpisce in massima parte bambini e ragazzi, vanno garantite non solo a una stretta cerchia di privilegiati o amici degli amici, ma tutti coloro  i quali ne hanno necessità per cercare di curare, governare, arginare un malattia apparentemente silente, apparentemente invisibile, ma poi, come quando vai a cena da Cracco, ti presenta il conto e questo è molto alto in termini di salute, costi sociali ed economici.

E allora? Allora invece di restare come stiamo dobbiamo fare uno sforzo per impegnarci, oltre che nella gestione del quotidiano della malattia, nella direzione di garantire qualità di cura e assistenza all’altezza dei molteplici aspetti della malattia. Esempio: avere in ogni centro diabetologico un team di assistenza sanitaria vero e strutturato, avere un registro sanitario nazionale della patologia diabetica e un governo coordinato dei processi di cura e ricerca, un monitoraggio periodico nella gestione delle tecnologie per il diabete (pancreas artificiale, CGM), fare prevenzione, controllo e attenzione sulle complicanze legate al diabete e le comorbilità. Impegnarsi veramente, almeno in Italia che da questo punto di vista viaggia a rimorchio, per la ricerca scientifica di cure sul diabete tipo 1 e tipo 2, volte a migliorare e semplificare l’attuale contesto che, alla fine, è poi sempre lo stesso: equilibrismi continui tra unità, bolo d’insulina, carboidrati e glicemia.

Infine, un passaggio con secondario ma spesso ignorato se non nelle pubblicazioni scientifiche e nei viaggi mentali di questo e quel saccente opinionista della domenica: i determinanti sociali, un modo gergale e universitario per indicare il divario tra povertà, ricchezza e ceto medio. Beh a vedere quel che la drogheria social e non solo propina in rete tutti i diabetici sono dei perfomer di prima categoria! Campioni in ogni disciplina della vita: sport, lavoro e scuola. Ma sappiamo bene che non è così: ci sono contesti famigliari difficile per no dire peggio, dove manco sappiamo qual è la reale situazione. Allora non facciamo gli ipocriti e cerchiamo di dare un supporto in questi contesti difficile, per non lasciare nulla di intentato. Un esempio concreto? L’infermiere scolastico a supporto integrato e non solo per i bambini diabetici ma tutti fanciulli con patologia rappresenta un presidio, non un orpello. E sa qualcuno pensa che arrangiarsi sia la soluzione? Certo per quella abbiamo tutta la vita d’avanti. Io lo so bene e ve l’ho già scritto più volte. Ma l’Italia è un paese fondato sul menefreghismo oppure no?

Ecco in questo anno 2021 lanciamo una campagna di attenzione sul diabete, quello vero e vissuto ogni giorno, affinché ciascuno di noi faccia la sua parte per migliorare lo stato delle cose, sostenendo la qualità della cura e assistenza sociale e la ricerca scientifica a partire da una semplice donazione.