Il Comitato Direttivo incontra Isabella Conti
Il Comitato Direttivo incontra Isabella Conti

Ieri il Comitato Direttivo dell’Associazione per l’Aiuto ai Giovani Diabetici di Bologna – AGD ha incontrato, su sua richiesta, presso la sede sociale in via della Guardia, la Sindaca del Comune di San Lazzaro di Savena (BO), nonchè candidata per le prossime primarie del PD, a Sindaca del Comune di Bologna: l’avvocata Isabella Conti. Il prossimo 1 giugno AGD incontrerà l’altro candidato alle primarie del PD come Sindaco del Comune di Bologna il dottor Matteo Lepore. AGD, nella sua autonomia costituisce una autentica espressione del terzo settore, che, oltre ad offrire pieno supporto ai diabetici, è aperta alle esigenze del territorio e della comunità bolognese, per una coesione e solidarietà che offrano momenti di aggregazione verso le fasce più deboli e fragili della popolazione. E nell’accogliere i candidati sindaci per il Comune di Bologna consegna loro un memorandum sulle problematiche che investono i giovani diabetici e loro famiglie nonché l’intera “filiera” del mondo diabetico sotto il profilo socioassistenziale. La Sindaca Isabella Conti ha manifestato vivo interesse per le argomentazioni poste nel documento e per una realtà, la nostra che non conosceva.

Il Terzo Settore è in grado di sprigionare delle energie potenti, di prendersi cura di ogni aspetto della comunità, di guarire ferite, di dare speranza.
Un luogo che era abbandonato, è stato riqualificato ed ora è un punto di riferimento per Bologna grazie all’Associazione Per L’ Aiuto Ai Giovani Diabetici, un’associazione fatta di tante ragazze e tanti ragazzi, volontarie e volontari.
Nella mia giunta, il Terzo Settore avrà una delega dedicata e sarà gestita insieme al patrimonio, perché queste realtà possano diventare un pilastro delle Istituzioni, sostenute e agevolate per le ricadute positive e preziose che sanno dare al territorio.
L’unione fa la forza, insieme siamo migliori.

Naturalmente come AGD saremo parte attiva e presente nel prossimo mandato ammnistrativo affinché i temi prioritari per un presente in sicurezza col diabete tipo 1 diventino realtà e non restino lettera morta. Ha detto a Il Mio Diabete Salvatore Santoron Presidente di AGD Bologna.

MEMORANDUM

In questo delicato contesto, in cui tutti siamo colpiti dalla pandemia da COVID-19, è in corso un ulteriore preoccupante diffusione della patologia diabetica. In costante aumento in tutto il Mondo, il diabete chiude quest’anno con un tasso di mortalità altrettanto preoccupante: sono infatti 4,2 milioni di persone le vittime dell’anno scorso. La condizione è già una delle prime 10 cause di morte a livello globale.

Il diabete di tipo 1 non può essere prevenuto ed è causato da una reazione autoimmune, in cui il sistema immunitario del nostro corpo attacca le cellule del pancreas, interrompendo la produzione di insulina. Le maggiori vittime sono i bambini, che vengono compite più facilmente proprio nel momento dell’infanzia.

Il diabete di tipo 2, invece, collegato all’obesità e all’invecchiamento, potrebbe non avere sintomi precoci, ma presenta comunque un’incidenza significativa, causata da cambiamenti nella dieta, diminuzione dell’esercizio fisico, o patologie ad esso connesse.

È, quella diabetica, un’epidemia silenziosa, che colpisce potenzialmente tutte le persone, indipendentemente dalle loro abitudini: nella sola provincia di Bologna il 2020 si è chiuso con ben 32 esordi, colpendo bambini e bambine. E il tasso delle nuove diagnosi è uguale nel primo quadrimestre del 2021.

Agli oltre 460 milioni di diabetici, nei paesi a medio e basso reddito si stanno registrando i maggiori aumenti. Si calcola, infatti, che proseguendo con questa tendenza di crescita entro il 2045 oltre 700 milioni di persone ne soffriranno.

Alla luce di questi preoccupanti dati, è necessario agire immediatamente per poter contenere la diffusione di questa patologia: nel contesto pandemico da COVID-19, un aumento di patologie quali quella del diabete significa esporre migliaia di persone, e soprattutto bambini, alla fragilità e al rischio di contagio e trasmissione.

Consapevoli di questo, chiediamo, alla nuova Sindaca, nuovo Sindaco di Bologna come associazione che si dedica al benessere e alla tutela di tutti i pazienti diabetici, attuali e futuri, di adoperarsi affinché si investa concretamente sulla ricerca e sulle risorse umane quali medici, psicologi, dietisti ed infermieri: persone, cioè, in grado di affrontare la crisi in atto, attraverso la cura e l’assistenza in remoto e in presenza, nonché attraverso un dialogo a tutto campo. E farsi partecipe presso la Regione e le istanze istituzionali nazionali di questi fabbisogni per una azione certa e congrua specie nella fase di attuazione del PNRR.

Il Comitato Direttivo incontra Isabella Conti

Dobbiamo essere in grado di fermare questa diffusione della patologia diabetica attraverso un’analisi approfondita dei dati, il confronto fra Regioni e strutture sanitarie e un investimento concreto, di cui rendere conto non solo alle Istituzioni e ai cittadini, ma anche a tutte le persone che potenzialmente verranno a contatto con questa malattia.

La nostra Regione, l’Emilia-Romagna, costituitasi nel 1970, nel 2020 ha compiuto cinquant’anni di vita e tale importante traguardo lo abbiamo ricordato e lo stiamo vivendo con una delle più terribili esperienze per l’umanità di questo nuovo secolo e millennio: una pandemia che sta mettendo a dura prova la tenuta sanitaria, economica e sociale del nostro paese e della nostra Regione, come di tutto il pianeta. La pandemia ha toccato e sta toccando l’intero territorio regionale che, per sua ossatura, sistema e vocazione, conserva una rete assistenziale sociosanitaria non centralistica ma decentrata sul territorio grazie alle sue case della salute e poliambulatori, e la sinergia costante tra medici di base, pediatri e specialisti. E la domanda di salute e assistenza sanitaria va garantita e data attraverso la continuità assistenziale senza far mancare la cura ai tanti malati che convivono con patologie croniche e oncologiche.

Dobbiamo essere consapevoli che questa pandemia ci sta lanciando un messaggio forte e chiaro: si deve potenziare e saldare una alleanza efficace ed efficiente tra ricerca scientifica, pratica clinica, assistenza sociosanitaria e terzo settore (volontariato), per far sì che ogni strumento utile a fornire un quadro tempestivo nella diagnostica e terapia e sull’evoluzione epidemiologica delle patologie acute e croniche come della tracciabilità delle malattie trasmissibile sia disponibili in tempi rapidi.

Regione e Comune di Bologna sono stati tra i primi a dar vita al Fascicolo Sanitario Elettronico, lo strumento che riporta non solo l’erogazione delle prescrizioni diagnostiche e farmacologiche, ma i dati e la storia sanitaria di ogni singolo cittadino residente nel nostro territorio: non basta. Occorre impiegare l’innovazione offerta dalla “digital health” per spalmarla in ogni presidio medico e sanitario sul territorio: per consentire il pieno impiego e utilizzo dei Big Data strutturati per insiemi e patologie, implementando l’impiego dell’Intelligenza Artificiale in supporto alla diagnostica e cura del paziente in combinato con la telemedicina e telemonitoraggio.

Fare squadra in ogni settore e campo significa operare per scongiurare e prevenire i fenomeni pandemici e le malattie sociali come il diabete tipo 2, che stanno assumendo dimensioni enormi con carichi sempre più pesanti e che mettono a rischio la tenuta dell’intero sistema. Anche il diabete tipo 1, come riportato in precedenza, sta crescendo con percentuali allarmanti in età pediatrica. Cosa fare allora? Oltre ad avere una rete integrata tra clinica e territorio, riqualificando in termini di risorse umane e strumentali, le strutture di riferimento (come il Centro di Riferimento per la Diabetologia Pediatrica del Policlinico Sant’Orsola) e investendo in ricerca scientifica per sconfiggere il diabete, utilizzando al meglio le migliori risorse presenti nella nostra Regione, con una particolare sottolineatura: la nuova IRCSS riconosciuta al Policlinico di Sant’Orsola offre un centro di eccellenza mondiale a livello endocrinologico (secondo la nuova classifica stilata dal prestigioso settimanale Newsweek), queste strutture assieme alla rete universitaria regionale sono in grado di sviluppare un network di saperi in gradi di fornire una risposta adeguata alla domanda di ricerca.

Vista la pandemia e non solo e tanti illustri medici e scienziati parlano del Medico scolastico infermiere. scolastico.  Il ruolo e le grandissime competenze delle pediatria di comunità e degl’infermieri a Bologna. Parlare di demedicalizzazione (un bruttissimo neologismo privativo anziché inclusivo) non è corretto viste le esigenze a scuola di tanti bambini con diverse patologie e le tante associazioni che difendono i loro diritti.

Altroché demedicalizzazione! Ci vuole più umanità e solidarietà a partire dalla scuola a partire dalla famiglia per aiutare i diabetici che hanno bisogno a non restare soli, a non sentirsi soli e abbandonati.

Infine, non c’è bisogno di invocare la demedicalizzazione perché è presente nei fatti da almeno 20 anni coi tagli costanti e continui alla sanità e assistenza sociale e scolastica, la mancanza di personale medico sanitario specialistico. Ed oggi con la pandemia ne stiamo pagando le conseguenze, è aumentata la diffidenza verso la sanità e la ricerca e sono aumentati fenomeni come i no vax e libertà di cura (che si affidano a trattamenti non fondati sull’evidenza scientifica)

A tale proposito occorre ricordare come,  livello nazionale, Bologna è un punto di riferimento in quanto garantisce una rete di supporto sociosanitario e assistenziale ai bambini diabetici a scuola, attraverso il supporto integrato dell’infermiere pediatrico nelle scuole primarie per la terapia insulinica e il controllo glicemico. Tale esperienza quarantennale non va solamente garantita ma integrata con percorsi di ricerca che aiutino la comunità locale e la municipalità ad avere un riscontro sulla presenza e incidenza della fasce sociali più fragile che si trovano a dover gestire una patologia cronica come il diabete tipo 1, che richiede conoscenza, preparazione e livelli formazione adeguati.

Per concludere AGD Bologna, un esempio virtuoso e solido di volontariato per i bambini diabetici e non solo, ha presentato un contributo molto interessante proprio per tessere un percorso fecondo nel campo della ricerca, e tale da sa essere di supporto ai team sanitari sia in questa fase difficile della nostra storia come in ogni altro momento della vita. Riteniamo che avere interlocutori costruttivi e intelligenti è importante non solo per le istituzioni ma per il benessere e progresso dell’intera società regionale, senza distinzione alcuna.

Il diabete non è una banale malattia: è una condizione sistemica e complessa che richiede una adeguata preparazione, educazione e conoscenza. Non è sufficiente evocare un sano stile di vita ovvero moderazione nell’alimentazione e più attività motoria per prevenire e governare la malattia. Occorre la consapevolezza, sia a livello politico che di filiera economica e distributiva, che le causa dell’esplosione della pandemia diabetica sono multifattoriali e riguardano, ad esempio, l’offerta alimentare e l’inquinamento ambientale. Esserne consapevoli è la base per una partenza ottimale e per continuare la vita al meglio.

Per concludere AGD Bologna per lo sviluppo fattuale delle misure volte a contrastare e governare la patologia diabetica in età pediatrica come per gli adulti con il tipo 1.

Ricerca: rimandiamo alle proposte inviate all’Assessore regionale per la Sanita Raffaele Donini e pubblicate a questo indirizzo

https://ilmiodiabete.com/2020/09/28/cure-valley-il-contributo-di-agd-bologna-alla-regione-emilia-romagna/

Diabetologia pediatrica Centro di Riferimento regionale presso il Policlinico di Sant’Orsola di Bologna: a fronte della manca oggettiva di personale di cui soffre la struttura da anni: oggi sono presenti 2 medici, un infermiere professionale a metà servizio con altri reparti e 1 dietista e 1 psicologa che sono sostenuti dalle donazioni raccolte da AGD Bologna, Nei fatti non solo mancano le condizioni per avere una squadra di diabetologia strutturata nella pratica clinica, ma messe a confronto con i capoluoghi delle regioni limitrofe  (a Firenze il Meyer un numero totale di personale per la diabetologia pediatrica di 21 persone, cifre analoghe ad Ancora e Verona). Bologna è in termini di risorse all’ultimo posto in Italia superata anche da Enna! Infine, il Policlinico di Sant’Orsola di Bologna è stato estromesso da cinque anni a questa parte dalla commissione regionale per patologia diabetica – sia in ambito pediatrici che degli adulti.

Infermiere di comunità in ambito scolastico: è la figura che, oltre ad occuparsi in prima persona degli eventi a carattere sanitario improvvisi che si verificano in orario scolastico, persegue un altro scopo con la collaborazione di tutto il personale: diffondere la conoscenza e l’abilità in materia di primo soccorso, integrarsi nei programmi educativi per la parte riguardante l’educazione sanitaria e alimentare in primo luogo e svolgere ruolo di monitoraggio verso gli alunni che convivono con patologie croniche come il diabete tipo 1.

Oggi AGD costituisce una autentica espressione del terzo settore, che, oltre ad offrire pieno supporto ai diabetici, è aperta alle esigenze del territorio e della comunità bolognese, per una coesione e solidarietà che offrano momenti di aggregazione verso le fasce più deboli e fragili della popolazione.

La più recente conquista è certamente la realizzazione del progetto di una Casa per i Diabetici, l’attuale sede: con un’estensione di 500 mq, è il luogo per assemblee, riunioni, incontri di approfondimento. L’area verde che la circonda, il Parco della dolce vita, è un punto di ritrovo di 4.000 mq, per attività sportive e ricreative nella seconda periferia bolognese sul fiume Reno.

AGD ha da ultimo ottenuto, tramite richiesta al Comune di Bologna, di intitolare il parco cittadino situato al termine di Via della Guardia, accanto alla sede e lungo il fiume Reno, agli scienziati scopritori dell’insulina, diventando così il primo luogo pubblico in Italia a loro dedicato. Questo spazio infatti è ora denominato “Parco Frederick Grant Banting e John James Rickard Macleod, Premi Nobel per la Medicina 1923” e verrà ufficialmente inaugurato a settembre, in occasione dei festeggiamenti per il centenario.

Isabella Conti Sindaca di San Lazzaro di Savena (BO)